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giovedì 16 giugno 2011

Sniper Nest

Il breafing comprendeva un gruppo di sniper infiltrati in territorio nemico in possesso di uno zaino con dei plichi di documenti rubati presso una base nemica, durante la fuga verso il confine però vengono identificati e attaccati da forze nemiche. Io e il mio compagno così ci siamo trovati a fronteggiare due schieramente di aggressori armati fino ai denti ma del tutto ignari di ciò che li aspettava.

Alle 7:30 circa ci trovavamo ancora in territorio nemico. L'ambiente era ideale per una rapidissima ritirata ma per qualche ragione (forse satelliti che non avevamo calcolato) veniamo identificati dalle forze lealiste del territoio che attraversavamo che del tutto intenzionate a mettere le mani sui documenti che trasportavamo iniziarono un rapido inseguimento, alle 8:00 così sapevamo già che dalla valle due o più veicoli avevano scaricato una decina di ranger verso il colle che attraversavamo e date le circostanze mi aspettavo con estrema possibilità un attacco incrociato anche se, a questo punto il problema sarebbe stato diverso visto che le due forze non appartenevano allo stesso schieramento.



Ora visto e considerato lo scarso tempo che avevamo potevamo solo sperare che uno dei due gruppi trovase lo zaino, piazzare abbastanza trappole da decimarli e sperare che il secondo gruppo li finisse con qualche perdita per poi finire sotto il fuoco incrociato mio e del mio compagno che per una volta rifiutandosi di portare il "maiale" fece un gravissimo errore. Quindi piazziamo delle mine e una Claymore a poca distanza dallo zaino in modo che i primi ad arrivarci facessero un bel botto decente tale da demoralizzare gli altri. Ci appostammo e attendemmo. Invisibili nella vegetazione potemmo vedere le forze di interdizione passarci intorno nel bosco a pochi metri e fermarsi per un breve breafing a meno di due metri da me. Il cuore batte nel petto all'impazzata e il respiro lo regolarizza...

"Sono una pietra..." ti ripeti "sono una pietra"... e come per magia nessuno ti vede mentre il fucile lentamente si solleva ma poi valuto una possibilità. Reggendo il mio fedele M14 tra le gambe infilo lento come un camaleonte una mano nella bisaccia ed estracco una bomba a mano, tolgo la sicura e conto...Troppo poco... Il gruppo si divide e lancio l'ordigno vicino all'unica vedetta rimasta che fa decisamente un bel botto... Scoppia il caos, il fuoco delle automatiche sfronda i cespugli, rade la radura, i colpi mi sibilano attorno e uno colpisce l'abero a poca distanza da me ma poi, come sempre qualcuno parla e tutto tace. Sento il soffio del fucile del mio compagno ma nessuno cade a terra, sollevo l'ottica e inquadro il torso di spalle di un "Tango" in DPM.

Centro.

Scoppia nuovamente il panico e le raffiche si fanno insistenti ma fanno il classico tragico errore... Sparano altrove, nell'ottica inquadro braccio, spalla e testa di un tiratore e lo centro con due colpi in successione che forse mi sono fatali. Iniziano a sparare troppo vicino a me. Mi devo spostare, come una serpe mi abbasso e striscio di qualche metro mentre si sfogano sul cespuglio dove ero annidiato e finisco un terzo bersaglio e mentre afferrano lo zainetto un quarto. Ma poi, poi l'imprevisto. Sono troppi, devo ritirarmi. Perdo il mio compagno e fuggo, ci penserà l'intelligence a far sparire i documenti, io il mio compito l'ho fatto.

Con una vena realistica la giocata è andata all'incirca così. Un'avventura mozzafiato con un'unico scontro a fuoco durato quasi venti minuti e due contro sei con l'aspettativa di altri cinque sappiamo tutti a cosa costringe...

Giochiamo alla guerra e non facciamo una guerra per gioco.