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giovedì 8 settembre 2011

M4 Cotest

Non so se avere di nuovo tra le mani un serie Colt mi faccia sentire regredito oppure se sentire quella deliziosa aria familiare che si ha anche quando si sale sulla propria vecchia bicicletta.

Insomma per le mani mi è tornato un mio grande classico, dopotutto son partito con un M16 e devo dire che l'impressione è stata ottima abituato come ero con l'AK e l'M 14. Innanzitutto complimentoni al precedente proprietario che lo ha coccolato come un figlio e ben tenuto. Insomma in mano mi trovo un D-Boys ultima generazione con un body metallico da far invidia a un fucile vero, pello solido, pesante, massiccio, intonso a parte la simpatica aria usurata di un fucile vissuto. Insomma un acquisto eccezionale se non fosse che il Ris balla un pò, ma quello è un problema dei D boys che per qualche motivo non sono ancora riusciti ad evitare ma correggibile semplicemente applicando delle guarnizioni di teflon. Il resto è ottimo.


Analizziamo:

FUCILE VERO
L'M4 è un fucile d'assalto derivato del fucile d'assalto americano M16, che lo sta sostituendo come fucile in dotazione. È considerato la diretta evoluzione della carabina XM177 calibro 5.56mm utilizzato dai militari americani in Vietnam.

Monta con cartucce da 5,56 x 45, sia FMJ che JHP. È stato riscontrato un surriscaldamento della canna se l'arma viene usata a lungo in modalità raffica, con alcuni casi di fessurazione longitudinale o addirittura di scoppio della stessa. L'inconveniente è stato ovviato con nuovi trattamenti termici.

L'arma venne presentata alla fiera delle armi da difesa di Abu Dhabi nel 1994, come modifica della M16A2 Carbine M723, che aveva la canna da 14.5" più sottile. Allo sviluppo dell'M4 ha contribuito grandemente l'esperienza delle Forze Speciali dell'Esercito degli Stati Uniti (i cosiddetti Green Beret), desiderosi di avere con se un'arma più leggera e maneggevole degli M16A1 ed A2 standard. Il profilo delle missioni delle Forze Speciali prevede spessissimo che l'operatore agisca per lunghi periodi a piedi e portando con se il massimo carico possibile per assicurare una lunga autonomia di combattimento e sopravvivenza dietro le linee nemiche. Il peso dell'M4 è poco superiore alla metà di un M16A2: la differenza permette di portare ad un soldato, a parità di carico, più acqua, più munizioni, più equipaggiamento senza per questo rinunciare alla potenza di fuoco di un fucile d'assalto.



IL NOSTRO
Comodo. Non pratico nel puntamento come l'AK 47/74 ma al contempo più maneggevole e quindi nulla da dire se non comodo, la versione ris in questo caso monta una maniglia sottocanna per facilitarne l'utilizzo che presto cambierò con una low profile o addirittura una abbattibile. La mira è istintiva ma essendo molto "avanzata" o meglio, con le tacche di mira molto distanti tra loro risulta più faticosa da tenere, prendere e nel puntamento veloce, tuttavia non sembra diventare un grande problema se equipaggiato con un olografico o red dot classico. Io impugno il fucile con la sinistra e il modello che ho provato montava un'impugnatura ergonomica da destrimano che ne rende un pò difficile lo switch del selettore di fuoco che comunque è morbido (forse troppo) e leggero. A differenza del mio solito fucile d'assalto l'M4 è comodo da imbracciare e a nulla è valso montare un MOE stock sull'AK, il body squadrato e la forma peculiare non ne permettono una comodità di imbraccio e leggerezza che invece può vantare il Colt. (Ma questo non basta a farmi preferire l'M4).

DETTAGLIO

Gusci GB aim reinforced, ingranaggi hi speed AIM, gruppo aria completo SNIPER MK in blocco unico per canne superiori a 36cm, pistone element trasparente, testa pistone SNIPER MK acciaio, spingipallino e asta spingipallino in policarbonato AIM, cablaggio a bassa resistenza, spessoramento, canna di precisione 36 cm madbull, gruppo hop up vfc pro trasparente, guidamolla cuscinettato in acciaio, molla guarder 0.90, boccole cuscinettate 8mm della modify, grip sniper, silenziatore SNIPER MK PRO.

Un voto globale per come l'ho trovato direi 9. Eccezionale anche se con un hop up un pò "stanco" forse per la lunga inattività a cui è stato forzato, ma non è un male, basta cambiarlo.

CONCLUSIONI

M4 VS AK 74/47. Lo scontro del secolo nella vita reale lo decide il ruolo che ricopre l'operatore che lo utilizza, nel softair il discorso è più articolato. Innanzitutto la comodità. L'M4 è certamente più comodo, leggero e maneggevole ma se si usano le tacche di mira (che pochi usano)la pratica di fuoco può essere imabarazzante se paragonata con quella dell AK. Poi è sicuramente trasportabile ma necessità di alcune accortezze per essere caricato, deve ad esempio essere abbassato per un operazione agevole e non esistono pratiche di fast reloaded (almeno a mio avviso) che lo mantengano in puntamento ne di pistol switch se usate questi simpatici aggeggi. Ora certamente molti di voi storceranno il naso perchè online avranno visto cristi e madonne che ricaricano sgangiando, sganciano ricaricando, ricaricano ricaricando facendo salti all'indietro di almeno sei metri. Dunque cito che sono entrambi ottimi fucili customizzabili alla nausea ma prima di dire questo è meglio di quello è necessario provarlo e sentirlo proprio, quindi BANDO a quei cretini che reputano tutte le ASG uguali, ogniuna ha doti di manegevolezza, brandibilità e comodità molto differenti (per non parlare poi dei caricatori).

mercoledì 13 luglio 2011

MAC11



La Mac 11 erroneamente chiamata molto spezzo Uzi o mini Uzi o ancora micro Uzi è una delle migliori armi mai ideate. La Ingram MAC-11.380 A1 (Military Armament Corporation - Model 11 .380 ACP Advancement 1 o M11A1) è una pistola mitragliatrice moderna.

Progettata da Gordon Ingram del Military Armament Corporation (MAC) nel 1971, è una versione compatta della Model 10 (Ingram MAC-10) ed è concettualmente simile alla Mini Uzi israeliana. Le dimensioni ridotte di quest'arma la rendono molto maneggevole, è anche da notare il calcio allungabile e smontabile facilmente e la facilitá nel ricaricare l'arma. una delle sue caratteristiche più evidenti è una cadenza di fuoco elevatissima, di ben 1250 colpi al minuto (un normale fucile automatico moderno spara 650 colpi al minuto). La MAC-11A1 è da considerarsi devastante a distanze ravvicinate. La sua cadenza di fuoco troppo elevata può diventare un problema di surriscaldamento della canna dell'Ingram M11A1 quando spara raffiche troppo prolungate, visto che la M11 è anche sprovvista di rompifiamma; inoltre perde precisione oltre 30 metri (i proiettili non arrivano oltre i 160 essendo un'arma a corto raggio).

Con una raffica continuata, visto la sua cadenza di fuoco, il caricatore da 16 cartucce della MAC-11 dura solo 0,80 secondi e quello da 32 dura 1,6 secondi circa.

Il modello da softair invece dimostra appieno le sue qualità tecniche e una grande progettazione e manifattura. Innanzitutto c'è da dire che quella in video è una base KWC su cui sono intervenuto per ottimizzarne la meccanica con la sostituzione di alcuni elementi. Tuttavia non posso che sbrodolare di lodi questo modello avendolo usato più volte in campo e averne notato l'affidabilità, il rateo pazzesco e il grande impatto visivo che ha sulla gente. Insomma un'acquisto impeccabile che con le dovute modifiche (come accennato dal video) diverrà presto la vostra inseparabile compagna.

giovedì 16 giugno 2011

Sniper Nest

Il breafing comprendeva un gruppo di sniper infiltrati in territorio nemico in possesso di uno zaino con dei plichi di documenti rubati presso una base nemica, durante la fuga verso il confine però vengono identificati e attaccati da forze nemiche. Io e il mio compagno così ci siamo trovati a fronteggiare due schieramente di aggressori armati fino ai denti ma del tutto ignari di ciò che li aspettava.

Alle 7:30 circa ci trovavamo ancora in territorio nemico. L'ambiente era ideale per una rapidissima ritirata ma per qualche ragione (forse satelliti che non avevamo calcolato) veniamo identificati dalle forze lealiste del territoio che attraversavamo che del tutto intenzionate a mettere le mani sui documenti che trasportavamo iniziarono un rapido inseguimento, alle 8:00 così sapevamo già che dalla valle due o più veicoli avevano scaricato una decina di ranger verso il colle che attraversavamo e date le circostanze mi aspettavo con estrema possibilità un attacco incrociato anche se, a questo punto il problema sarebbe stato diverso visto che le due forze non appartenevano allo stesso schieramento.



Ora visto e considerato lo scarso tempo che avevamo potevamo solo sperare che uno dei due gruppi trovase lo zaino, piazzare abbastanza trappole da decimarli e sperare che il secondo gruppo li finisse con qualche perdita per poi finire sotto il fuoco incrociato mio e del mio compagno che per una volta rifiutandosi di portare il "maiale" fece un gravissimo errore. Quindi piazziamo delle mine e una Claymore a poca distanza dallo zaino in modo che i primi ad arrivarci facessero un bel botto decente tale da demoralizzare gli altri. Ci appostammo e attendemmo. Invisibili nella vegetazione potemmo vedere le forze di interdizione passarci intorno nel bosco a pochi metri e fermarsi per un breve breafing a meno di due metri da me. Il cuore batte nel petto all'impazzata e il respiro lo regolarizza...

"Sono una pietra..." ti ripeti "sono una pietra"... e come per magia nessuno ti vede mentre il fucile lentamente si solleva ma poi valuto una possibilità. Reggendo il mio fedele M14 tra le gambe infilo lento come un camaleonte una mano nella bisaccia ed estracco una bomba a mano, tolgo la sicura e conto...Troppo poco... Il gruppo si divide e lancio l'ordigno vicino all'unica vedetta rimasta che fa decisamente un bel botto... Scoppia il caos, il fuoco delle automatiche sfronda i cespugli, rade la radura, i colpi mi sibilano attorno e uno colpisce l'abero a poca distanza da me ma poi, come sempre qualcuno parla e tutto tace. Sento il soffio del fucile del mio compagno ma nessuno cade a terra, sollevo l'ottica e inquadro il torso di spalle di un "Tango" in DPM.

Centro.

Scoppia nuovamente il panico e le raffiche si fanno insistenti ma fanno il classico tragico errore... Sparano altrove, nell'ottica inquadro braccio, spalla e testa di un tiratore e lo centro con due colpi in successione che forse mi sono fatali. Iniziano a sparare troppo vicino a me. Mi devo spostare, come una serpe mi abbasso e striscio di qualche metro mentre si sfogano sul cespuglio dove ero annidiato e finisco un terzo bersaglio e mentre afferrano lo zainetto un quarto. Ma poi, poi l'imprevisto. Sono troppi, devo ritirarmi. Perdo il mio compagno e fuggo, ci penserà l'intelligence a far sparire i documenti, io il mio compito l'ho fatto.

Con una vena realistica la giocata è andata all'incirca così. Un'avventura mozzafiato con un'unico scontro a fuoco durato quasi venti minuti e due contro sei con l'aspettativa di altri cinque sappiamo tutti a cosa costringe...

Giochiamo alla guerra e non facciamo una guerra per gioco.

domenica 24 aprile 2011

AK 74 custom


Nel panorama dei fucili d'assalto un pò come nella vita reale abbiamo una massiccia presenza nei campi di gioco o di "battaglia" di AK e Colt, quasi totalmente per la maggiore con sole poche e rare eccezioni, dalla mia posso dire di aver provato sia i colt che gli AK ed entrambi hanno caratteristiche tecniche che ti fanno o amare od odiare quegli stessi modelli, a quel punto diventa questione di praticità personale e di comodità scegliere quale dei due utilizzare, pur avendo trovato i colt molto comodi per un sacco di motivi mi sono soffermato nell'utilizzo degli AK per una serie di ottime qualità che ammetto non tutti possano cogliere.

Primo tra tutti la possibilità di insonorizzare il body stesso e l'infinita possibilità di custom, non quanto gli M4 ovviamente ma non siamo troppo distanti...

L'AK che andremo ad analizzare, il mio personale e per altro è un Totaly Custom che non ha più nulla ne del modello originale ne di qualsiasi altro in commercio. E' una specie di arlecchino o Frankenstain che dir si voglia che del modello base acquistato ha solo la scocca del Gear box, insomma, un autentica opera d'arte a mio modestissimo avviso.

Quando presi in mano il mio primo AK fu una specie di amore a prima vista, si trattava infatti del classico ferraccio, calcio, impugnatura e paramano di lego, il resto di ferro addirittura un pò consunto, rozzo, gretto, sincero, trovai queste qualità in quell'arma e scoprii quanto fosse immediato mirare con le sue tacche di mira e quando, strano a dirsi fosse maneggevole... Già maneggevole. L'arma seguente che acquistai fu proprio una di questo modello, un 74 della D-Boys che nulla aveva da invidiare a fucili blasonati, bello, robusto, solido, convincente, tuttavia non lo volevo così, avevo già in mente di creare un ibrido che mi capitò di vedere in foto che mi lasciò spiazzato dato che a una prima occhiata lo presi pr G36, solo che il caricatore mi spiazzò. A parte questo mi misi di buona lena a capire cosa diavolo fosse e un pò alla volta tra negozi online e tornio mi misi a creare e comprare i vari pezzi.



Tutta la meccanica è Systema, i migliori secondo me a parte occiamente le boccole che sono state sostituite con delle cuscinettate della Classyc Army. Pistone e testa pistone Systema e hop up di una marca sconosciuta ma tuttavia eccellente per robustezza e manifattura. Il passo seguente fu la canna interna che è stata del tutto creata e a breve sostituita con uan di precisione. Si tratta infatti di una canna di precisione per serie VSR, tra le più lunghe e risagomata con tutti i crismi necessari per potersi adattare all'hop up del buon ferraccio. Rimontando il tutto nel body notai che tra il gear box e il body del fucile ci passavano allegrissimi 1,5mm... Il che poteva significare avere la possibilità di insonorizzare il tutto, cosa che fu ovviamente fatta, nemmeno a chiedere insomma. Sistematicamente il fucile ora necessitava di chiari interventi di estetica. Il primo passo fu il body che DOVEVA avere la possibilità di farmi montare calci a tubo, la G&P mi ha fornito dunque il necessario, con un upper receiver in acciaio brunito e un lower receiver in alluminio CNC, robustissimo. Stessa marca per il calcio a Tubo che seppur inizialmente montava un Crane ora ostenta con una certa fierezza un Calcio CTR della Element, assolutamente robustissimo e solido da far paura. Il poggia mano invece è AK, si perchè a differenza delle repliche quelle originali pare costino decisamente poco... Ironia della sorte, unico intervento da fare è stato adattarla a essere montata su un fucile dasoftair aggiungendo delle semimolle per evitare il gioco che faceva se posato a terra e nel contempo lasciarlo flettere in caso di sollecitazioni estreme e risagomare il giunto che lo fissa al Body, una volta fatto questo mi son potuto dedicare effettivamente alle "utilità" del fucile. L'AK74 da me così costruito non differisce molto per lunghezza a un comune M4 e la possibilità di accorciare la calciatura influisce positivamente su questa capacità, chiaramente è inteso che il fucile risulta sguarnito di silenziatore e che tuttavia non risente del fonoassorbente di quantità minore posizionato del frangifiamma del 74 che come "blasonato" nei modelli originali ha già di per se un'elevata capacità smorzante.



Trovandomi spesso in posizione in cui il terribilmente scomodo caricatore a banana (o a falce come è più serioso dire) mi impediva di prendere agevolmente la mira da terra ho scelto come maniglia a sfavore di una abbattile di un modello capace di incorporare un bipiede, scelta che si è rivelata quantomeno azzeccata sia per quote (il necessario per tenere il caricatore staccato da terra) che per comodità avendo comunque una forma decisamente maneggevole. Si potrebbe quasi dire completato il fucile ma la G&G mi ha fatto un ulteriore regalo dandomi la possibilità di montare sul fucile una slitta superiore con tutti i confort per poterci aggiungere sistemi di puntamento ausiliari, malgrado sia tipico appoggiarci così ottiche da caccia con diversi ingrandimenti ho preferito montare un semplice olografico e quando avrò la possibilità un modello analogo ma dal profilo ancora più ridotto.




L'AK così assume una connotazione molto diversa dal solito diventando un fucile fuori dagli standard rudi e crudi della tradizione bellica e fornendo la possibilità di montare sulla stessa replica lanciagranate, torcia, laser, silenziatore, ottica standard a punto rosso e ottica abbattibile con ingrandimenti, insomma tutto il setup che potrebbe in effetti completarlo. Sul campo si è rivelato eccezionale a mio avviso, certo a molti fa storcere il naso ma la replica così "moddata" diventa realmente un oggetto personale degna di nota e con le capacità e la comodità tipiche dell repliche a cui si affida solitamente la massima customizzazione come i colt.


AK 47 (T&T)
Manegevolezza: 5
Accuratezza: 4
Ergonomia: 6
Comodità: 4
Optional: 0

AK 74 contractor Style (ibrido)
Manegevolezza: 8
Accuratezza: 6
Ergonomia: 7
Comodità: 6
Optional: 10

Ivviamente non reggerà mai il confronto con un PDW o un M4 Talon, Intruder, JP o Patriot ma già così, con queste modifiche guadagna prestazioni di tutto rispetto sia meccanico che estetico e funzionale portando rosate a distanza media chiuse in 15 cm o a lunga distanza a 25 che per un AK, diciamocelo, va più che bene no?

venerdì 8 aprile 2011

Oggetti di distruzione di massa

Il mondo del softair si è andato a migliorare anno er anno in modo costante e diventando via via più accurato ogni giorno di più. Settimanalmente si leggono di innovazioni e trovate geniali per incrementare la "simulazione" di guerra e l'efficacia delle nostre attrezzature (da luglio non si potranno più definire armi o fucili XD), ma la cosa che mi ha sorpreso di più è stata senza dubbio l'incredibile miglioria portata ai così detti ordigni di distruzione come granate, mine e lanciatori. riconosco di aver avuto sempre un'insana passione per questo genere di strumenti arrivando a costruirmi le pipe bomb per conto mio (in futuro posterò la guida per costruirle), fui uno dei primi a ordinare gli M203 dal Giappone quando uscirono alla modica cifra di 300.000 lire, eggià, c'erano ancora le lire... Ad ogni modo, l'intenzione di questo post è quello di recensire e dunque affrontare la questione mine, trappole esplosive, lanciatori, granate e bombe a mano che tanto mi stanno a cuore. Orientarsi in questo universo "esplosivo" (si picchiatemi per queste battute) è difficile perchè il mercato offre ordigni che partono da 30 € e arrivano a 170, 200 e oltre. Principalmente nel mercato ho visto un pò di tutto ed ecco quanto scoperto.



Lanciatori
A partire dai mitici GX per G36 ma idonei a un pò tutto per approdare ai modelli per AK spartani ma comodissimi passando per gli M203 riscontriamo tutti gli stessi problemi. La roba di "marca" è eccellente come nel caso della Mad Bull e le copie giocattolose, spartane, con quote errate e talvolta non funzionanti. Tendenzialmente sono tutti problemi trascurabili e rimediabili se abbiamo un pò di dimestichezza con frese, torni e similari ma che senza questi attrezzi diventano insormontabili, ad esempio la DBoys produce ottimi lanciatori ma lasciano piuttosto lente dentro il tubo di scatto granate della G&P o addirittura Mad Bull troppo "corti" (parlando di culatta) per ospitare granate after market. Se dovessi peròproporre io un lanciatore, il migliore mai provato è ed resta lo short della serie GX della madbull capace di essere ospitato in tasche porta pistola sia per ergonomia che forma (decisamente simile). Questa arma, usata da me ormai da due anni e mezzo si è dimostrata più volte rapida e precisa anche se parlare di precisione quando si ha a che fare con 210 pallini è azzardato.



La possibilità di montarlo sui fucili o di sfruttare la slitta superiore per fissare una picantilli e posizionare così tacche di mira trasformandolo in pistola è eccezionale e si adatta con una certa precisione a tutte l granate testate fino ad ora a parte qualche insignificante problema con le G&P.

Granate
MadBull, G&P, DBoys, CLassic Army, Army, Tokiomaru (sottomarchissima trovata in fiera) sono tutte fatte nello stesso modo ma non tutte funzionano come dovrebbero ne sono fatte nello stesso materiale o con lo stesso ottimo procedimento (ovvero fresate dal pieno), la granata funziona in un modo molto molto semplice, in generale si tratta di un serbatoio di gas collegato ad una valvola che se toccata libera lo stesso gas negli ugelli contenenti i pallini con una certa violenza liberando così il carico di BB.



Ciò accade senza problemi solo se la valvola è:
-Pochi decimi di millimetro più piccola del suo vano.
-con un O ring in ottime condizioni.
-Con le sferette correttamenbte posizionate, tali sferette si trovano sulla punta della valvola sorretta dalla molla.
-Se il materiale non si deforma in virtù del gas (che tende ad essere molto freddo).

Le migliori trovate sono senza alcun dubbio le MadBull, senza alcun dubbio e alcune fatte interamente in ABS di una marca totalmente sconosciuta. Tuttavia le granate necessitano di accortezza e buona manutenzione, non deve ad esempio finire acqua o sporcizia negli ugelli e nella valvola, ogni due/tre usi vanno lubrificate, insomma sono chicchette si sfiziosa ma che necessitano di una certa cura. Quando le trasportate dovete aver cura di metterle in tasche comode, con la punta rivolta verso il basso e non ammucchiate in una scarsella o bisaccia, vanno riposte nel loro vano dopo essere state usate e va evitato che cadano in terra.

L'effetto delle granate è disarmante, eccezionale e molto psicologico. Una buona granata se usata efficacemente e con il gas giusto è capace di sfrondare un cespuglio come nessuna altra arma è capace, colpire fino a quattro persone in modo ottimale, saturare porte, finestre e stanze con un solo colpo, inoltre obbliga chi subisce il colpo ad accusare e spesso tenere la testa bassa per qualche secondo utile di solito a chi deve assaltare per raggiungere la posizione. Una buona granata e un buon granatiere può trasformare una squadra di assaltatori in un efficacissimo meccanismo offensivo. Il setup ideale? Tre/Quattro granate e un lanciatore. Troppe diventano di impaccio, pesanti e ovviamente una buona bombola di gas.

Bombe a mano
Discorso sottile e delicato perchè del tutto inadatte a scalmanati, idioti, bimbiminchia e tutta quella gente che non riflettono troppo o semplicemente che riflettono troppo a lungo. Posso dire di aver provato diversi modelli di questi ordigni miracolosi e in principio erano solamente pericolosi e insicuri in quanto costruiti in acciaio, con cerniere e molle e dunque con la possibilità che queste partano colpendo persone o cose. Inizialmente e per la maggior parte dei casi le bombe a mano sono composte da due o tre semigusci che aprendosi liberano gas e pallini, la capienza va da 20 a 50 e non sembra va come dovrebbe facendoci sentire come gli americani con le prime ananas che volavano, atterravano e facevano uno sbuffetto senza esplodere ma restando li in agguato per anni, senza contare che non è nemmeno detto che i pallini escano correttamente dato che se la granata a semiguscio cade a spoletta in giù i pallini cadono per terra, se cade con la spoletta verso destra o sinistra libererà solo una parte dei pallini in alto e gli altri nella direzione appropriata e nel raro caso che cada correttamente beh... Quei pochi pallini maledetti non è detto che prendano il bersaglio. Solo negli ultimi anni si è vista una grande e splendida innovazione da questo punto di vista: le granate Tornado. Le granate Tornado sono in effetti la cosa più precisa e realistica che si possa immaginare anche se in colori molto vistori (ma meglio così) il funzionamento è semplice e geniale insieme, si tratta di un pistone temporizzato che preme il gas in modo potente verso gli ugelli carichi di pallini (2 in genere) facendo ruotare la granata come una trottola e spargendo dunque i bb in una vastissima area con effetti davvero strabilianti. Le applicazioni sono molteplici: dal comune lancio da una porta o una finestra alla trappola con filo di inciampo. La tornado inoltre ha un comodo dispositivo che regola il tempo di attivazione su 3 secondi o su 1.30 secondi.



Insomma nell'iniverso del softair non mancano strumenti di questo tipo ma in qualsiasi direzione o scelta andiate a parare ogni attrezzatura passiva va utilizzata con grande cura, con grande attenzione al fine di non lasciare mine e bombe a mano disseminate nei boschi in balia di persone innocenti che tutto desiderano tranne che trovarsi un BB in un occhio.

Come sempre Signori Giocate a fare la guerra, non fate guerre per gioco.

mercoledì 16 febbraio 2011

Predator


Ci sono emozioni che altri sport non possono nemmeno sperare di riprodurre e per quanto siamo in fase di allenamenti tra di noi le emozioni dello sniper continuano a verificarsi perchè tutto sommato è sempre quella la vera emozione. Ma cosa prova lo Sniper quando, nel nostro caso gioca? Premetto che ho fatto un passo avanti sostituendo un bolt action con il fido M14 che devo comunque ancora rettificare con una canna interna più lunga, tuttavia va già egregiamente bene così e quindi mi sento pienamente soddisfatto di quanto mi offre. Ma c'è una cosa che mi riempie di soddisfazione quando la metto in pratica, che ti rende fiero del tuo equipaggiamento ovvero la caccia a chi non ti vede ma in qualche modo... Ti sente...

La squadra nemica già avvistata parecchio più a valle quella mattina si stava addentrando troppo nel bosco, avevo intuito quello che aveva in mente ma non per questo ero intenzionato a muovermi, sarebbero scesi dal colle prima o poi scegliendo il bordo della strada come percorso più ovvio magari demoralizzati dal fatto di non trovare ne me ne il mio compagno. Ad ogni modo ad un certo punto mi sposto io, decido di muovermi più in su, di portarmi dietro a delle rocce piuttosto grosse dato che ogni tanto il vento mi portava dei suoni che erano inconfutabilmente parole, nel peggiore dei casi sarebbero stati gli allevatori della zona ma che con un pò di fortuna si sarebbero trasformati nei miei bersagli, decido allora di muovermi e tenendo un profilo basso e facendo a botte con i rovi (per altro facendo vincere loro in ben due occasioni) raggiungo una pietraia di cui ignoravo l'esistenza ed è li che ho il contatto nemico.

Ma inavvertitamente troppo numeroso e troppo vicino!

Un bersaglio, il capogruppo si spinge avanti evidente come una bandiera rossa col suo maglione OD ma quando lo iquadro nell'ottica accanto a me si posa un piede, a meno di dieci metri per l'esattezza e allora mi lascio affondare tra le rocce, dal tessuto della guille vedo passare una dei suoi che imbraccia un MP5, è impegnatissima, presissima nella sua opera di ricerca ma non guarda fuori dalle linee istintive ed io, io sono proprio li, poco più a valle scende un terzo uomo, troppi davvero per ingaggiare ora e se volessi tirare fuori la bomba a mano farei troppo rumore, allora aspetto, scendono.

Scendono e io mi sollevo, inquadro la schiena della ragazza nella croce della mia ottica ma lei sparisce inconsapevolmente dietro una roccia, non va bene, mi abbasso e mi muovo seguendoli, lascio il terzo uomo molto più indietro e passo addirittura accanto al mio compagno, ovviamente sapendo dove guardare lo trovo subito ma il nemico no... Loro non sanno.

Vedo nuovamente la casacca OD del capogruppo nemico, lo seguo, due volte lo perdo di vista nel dedalo di rocce. Non va bene come cosa, quel posto è una follia per ingaggiare. Li affronto molto più a sud, quasi cento metri a valle ma li costringo solo alla fuga, pallini neri, nella vegetazione fitta... Devo solo avere fortuna quando è così.

REGOLA NUMERO 3: Se non sei sicuro di colpire, non ingaggiare.

lunedì 7 febbraio 2011

M14 CUSTOM


C'è da dire che l'M14 è forse il miglior compromesso per un fucile da tiro disponibile sul mercato, non è certamente un'arma semplice e pratica da utilizzare ma chiunque è in grado di capire in breve tempo che è la più valida alternativa ai poco customizzabili Dragunov, i delicati PSG1 e i poco adatti allo scopo silent&quick kill della serie Colt "M/quel che volete". Insomma un M14 si rivela customizzabile e perfettamente adatto ad essere silenziato per meglio adattarsi allo scopo, sopratutto nelle varianti vero legno. Il modello preso in considerazione è un Kart anche se alla fine noterete che rimarrà solo il corpo del fucile di questa marca. Innanzitutto mi sono prodigato nel modificare il fusto del fucile, smontatolo dunque ho carteggiato tutto il legno disponibile esternamente portandolo al "vivo" e scoprendo con un certo orrore che si trattava di Ciliegio e quindi di un dannatissimo colore chiaro, poco male dopotutto mi ci volevo divertire e una settimana di verniciatura poteva starmi bene sopratutto considerando le proprietà del ciliegio che si rivela un gran bevitore di impregnante, da sottolineare però che con questo materiale bisogna andarci con i piedi di piombo onde evitare di deformare il legno con mani eccessivamente pesanti di colore o troppo frequenti, pulito da imperfezioni, sbavi del legno e stuccato dove necessario ho iniziato a stendere l'impregnante noce scuro, il noce è migliore del "nero" perchè più naturale e perchè non apparirà lucido alla finitura. Sono servite cinque mani a distanza di 6/8 ore ciascuna per dare un aspetto credibile a quel danato ciliegio. Una volta completata l'opera sono passato al coppale e con mia sorpresa il fucile appariva... Nero... Probabilmente il legno era stato trattato con qualche diavoleria asiatica e lo strano odore di "grano" lo confermava, ma non mi sono scoraggiato, benchè preferissi di gran lunga ottenere un marrone scuro ho ottenuto un involontario "nero profondo" che tutto sommato mi stava bene, in ultimo una generosa mano di FLAT lo ha "rifinito" rendendo terminato il lavoro di verniciatura e finitura se da ciò vogliamo esimere il colore nero opaco dato a tutte le parti metalliche e plastiche, insomma quasi una settimana dietro a colori e solventi.

Passando alla parte meccanica mi son reso conto che non era affatto male e aveva un'ottima tenuta d'aria, un buon roof e una certa solidità d'insieme, tuttavia ho preferito montare al posto del suo gear box uno Marui opportunatamente modificato con pistone, testa pistone cnc antivuoto, molla m90 Systema e boccole cuscinettate, ancora non contento però ho teflonato anche l'hop up dopo aver "imbottito" la sede del gear box e a lavoro terminato ho potuto notare che il suono veniva effettivamente solo dal frangifiamma. Eccellente. Ora è necessario solo intervenire con un buon silenziatore ma ci penserò poi. Il fucile ha un'ottimo sistema di mira, molto preciso e desiderando dare solo un'ulteriore tocco da Sniper ho aggiunto una comoda ottica monoculare appositamente tarata. Cinghia a tre punti e bipiede, il gioco è fatto, il mio M14 è terminato con una modica spesa e una settimana di lavoro, ora manca semplicemente la sacca da calcio, un mio vezzo per comodità e tutto è da considerarsi finito. Probabile che in futurò interverrò nuovamente sul fucile per installare un sistema ris.

domenica 30 gennaio 2011

Ghillie suit



Il Setup che andremo a preentare rappresenta una delle possibilità migliori di dissipamento della sagoma e del soggetto, tale strumento è comunemente chiamato Ghillie Suit e si tratta di una copertura parziale o totale del soggetto o del suo equipaggiamento con una rete o supporto simile su cui vengono applicate strisce di stoffa Camo (in tonalità utili) o ciuffi di juta di diverse colorazioni (scelta senza dubbio consigliata). Esistono molte basi per potersi costruire la Ghillie e le più comuni sono le mantelline, composte da una base triangolare per la schiena, le spalle e il capo e la suite (completa o meno) che copre interamente o in parte il soggetto con un supporto simile ad un indumento e ricoperto di rete. Malgrado in commercio ci siano una grande quantità di repliche economiche e basi più o meno a buon mercato che partono da una trentina di euro per copie cinese suggerisco sempre basi di marca Bushrag, le Bushrag originali infatti hanno proprietà termiche e "fisiche" uniche e la qualità dei materiali è sempre di eccellente fattura, inoltre consentono una buona traspirazione e delle buone doti di impermeabilità.



Per applicare i ciuffi di juta o le strisce di stoffa si parte dal passo e si prosegue salendo verso la testa in modo che i vari strati si sovrappongano di qualche centimetro, la tentazione di fare un ciuffo o una striscia ogni quadrato della rete di base è forte ma sforzatevi di sfruttare la lunghezza dei supporti e non infoltire troppo l'indumento onde evitare di diventare una specie di cespuglio ambulante o una palla verde, oltretutto le zone sgombre possono essere utilizzate per il legaggio di elementi ambientali quali rami, foglie e altri oggetti utili alla mimesi. Ogni nodo deve essere fatto in modo da avere attorno ad esso un solo ciuffo dello stesso colore anche se alcuni preferiscono creare zone più o meno ampie imitando grossomodo pattern Woodland convenzionali, questo ci aiuta per zone che desideriamo riprodurr fedelmente ma potrebbe essere meno utile in zone dove potrebbe essere necessario una mimesi diversa. Ricordavevi bene che la canapa legata è molto difficile da sciogliere sopratutto dopo che ha preso acqua e si è "stretta" quindi studiate bene il vostro indumento e applicate gli strati solo una volta sicuri di quel che fate. Se utilizzate Bushrag originali vi accorgerete che il cappuccio è molto largo e profondo, questo permette alla testa di muoversi sotto di esso senza smuovere tutta la massa della guille, quando vi occuperete di questa zona cercate di rendere la parte del "collo" più folto possibile in modo da eliminare l'idea di appendice (quale potrebbe essere un collo e una testa) e sfruttate la testa per realizzare una "pettinatura" con una riga centrale, che scende a spiovente verso le spalle. La parte frontale è forse la più perniciosa essendo quella che si dovrà muovere meno e che di solito da più fastidio. Questa zona infatti solitamente potrebbe infastidire la vista nelle operazioni di mira pertando è necessario accorciare la frangia qualora servisse o apportare modifiche per rendere tutte le operazioni che dovrete fare comode e pulite. la mimesi infatti cessa nel momento in cui il corpo si muove quindi eliminando ogni forma di movimento otterrete l'effetto di offiscamento e mimetismo che ricercate, in seguito spiegherò le tecniche e le capacità necessarie per muoversi e operare con la guille addosso. Per le gambe il sistema è il medesimo che per il resto delcorpo ma sconsiglio sensibilmente di coprirsi completamente con questo tipo indumento, in primo perchè scomodo, in secondo perchè la parte che si scorge di più e che la gente si aspetta di vedere sono effettivamente, torso, testa, braccia e arma. Questa prima guida si conclude così augurandomi che vi sia stata più utile possibile.

domenica 23 gennaio 2011

Intro



Come molti amano fare anche io apro il mio blog con un rapido quanto esauriente profilo personale. Malgrado altri mi conoscano col Nick di Vassily o Phantom sono ormai anni che gioco con quello di Felin nella zona di Roma. Felin, come i gatti o i felini in generale perchè come noterete in seguito amo mettere in pratica tecniche di gioco abbastanza "infami" ma del tutto legali ovviamente. Il mio ruolo è quello dello Sniper anche se rivisitato e revisionato per renderlo più godibile. Quindi potrei dire di essermi avvicinato più al Marksman che ad altro. Gioco dal 2000 e ho affinato sia i miei setup che le mie "statistiche di gioco, in questo Blog elencherò dunque le cronache delle mie partite, importanti suggerimenti su equipaggiamenti e armi, stili e tecniche e spero vi tornino utili sia che vogliate suggerire o commentare sia che vogliate contribuire in modo costruttivo e ricordate, meglio giocare alla guerra che fare una guerra per gioco.