Il mondo del softair ci offre ogni giorno delle novità, alcune passano in sordina mentre altre diventano dei classici, molte solo per amatori e potremmo dire che per quanto riguarda quelle che noi amiamo chiamare armi esitono le stesse identiche preferenze che per gli operatori reali li portano a scegliere un Colt piuttosto che un AK o un H&K fiuttosto che un FN ma c'è un tipo di arma molto divertente e sofisticata da usare che viene tenuta nei cassetti e nei dimenticatoi da sempre.
I Fucili a Pompa.
I fucili a pompa stanno all'assaltatore quanto un VSR sta ad un cecchino.
I fucili a pompa infatti si muovono sulla stessa linea di utilizzo, ha le stesse probabilità di colpire ma spara in effetti tre colpi (di solito) anzichè uno. Beh posso dire con sicurezza che sono tra le armi più divertenti che ho provato ma anche, e sopratutto le più difficili da usare con efficacia. Ma allora perchè vengono usati così poco? Beh la risposta è semplice: caricatori da 30 pallini sparandone 3 alla volta contro un ragazzotto qualunque con un caricatore da 300 che ne spara 10 in 3 secondi circa, lo scontro sembra impari ma è proprio qui che entra in gioco l'abilità operativa, per me diciamo che non ci sono troppe differenze di utilizzo dal fucile d'assalto che uso di solito, ho utilizzato quasi da sempre infatti fucili molto precisi con roof parecchio reali e con caricatori con una capienza reale o come massimo da 100 colpi, quindi la tecnica è la stessa e sopratutto sta qui il punto di forza dei congegni a pompa... Sono precisi.
In questa recensione metterò a confronto 3 marche che ho avuto il piacere di provare nel corso dell'ultimo anno: Tanaka, ASG e Marui con effetti strabilianti.
TANAKA ovvero: non sempre il prezzo vale la qualità.
Il tanaka che ho avuto l'estremo piacere di provare era un vero ariete, divertentissimo quanto reale, dieci cartucce, cinque pallini a cartuccia, ogni colpo spingeva fuori cinque pallini in una rosa di massimo 50/100 cm ad una distanza di 20 metri, vediamo però... Cosa c'è di strano sulla mia ultima affermazione? Avrete notato la quantità di pallini, la gittata e la precisione senza dubbio e questo può significare solo una cosa... Overjoule ossia pericoloso, non serviva certamente un cronografo per stabilirlo, era EVIDENTISSIMO. Il fucile però era di pesantissimo acciaio, legno di faggio perfetto, un vero fucile a pompa a gas, un gusto da usare ma con il difettaccio che ad ogni colpo una cartuccia vuota volava fuori e questo è un problema dato che una cartuccia esausta per un .12 vero costa circa 10 o 20 centesimi mentre per un tanaka 5.00 €, perderne un paio potrebbe essere un vero guaio... Poi insomma...E' a gas no? E vi immaginate ad andare in giro con serbatoi di gas (vanno nel calcio) abbastanza scomodi e chiaramente fragili? Per quanto lo schioppo fosse davvero bellissimo probabilmente lo potrete usare per delle gare di tiro, per tirare giù barattoli in giardino (bucandoli banda-banda) e per allenarvi nel CQB contro delle sagome perchè ve lo dico per esperienza... Fa fottutamente male...
ASG ovvero: uno strano low cost
La ASG produce armi da softair con licenza ufficiale delle case di produzione reali, utilizza materiali spettacolari e le assembla in maniera impeccabile usando grassi e olii di prima qulità anche se utilizzando schemi di smontaggio un pò ostici ma non per questo mi sentirei di suggerire un elettrico di questa marca. Un Colt della ASG non si è dimostrato compatibile con caricatori Marui, D-Boys, Cyma, Star, tuttavia i loro prodotti ad aria compressa come ad esempio i cloni dei VSR e dei Franchi SAS e SPAS si adattano perfettamente a cartucce di tutte le marche... Oiboh. Per le mani mi capitò anni addietro lo SPAS-12 senza calcio e di recente il Franchi SAS 12. Il primo fu un pò deludente perchè aveva canne molto corte e quindi una precisione molto limtata, tuttavia il seguente tentativo si è rivelato divertentissimo... Il Franchi SAS 12. Il fucile di Resident Evil 2 per intenderci anche se in quel caso era il Benelli Super 90. Solido, robusto, colore un pò pessimo ma è stata la prima cosa che ho ridato ottenendo così un bel fucile nero opaco con grip di armamento e impugnatura gommata! Il primo test mi strappò dalla bocca questa afermazione:
-Ma che cazzo di merda è?-
I pallini facevano massimo dieci metri aprendosi come delle palline di polistirolo lanciate da un bambino con una precisione di messe in sagoma di 1 metro dal punto mirato... Porca zozza... Smonto, ingrasso, controllo il grasso, l'olio, pulisco tutto, tolgo la molla e metto una m90 per essere sicuri e mentre rimonto tutto cosa noto? La bustina dei pallini che utilizzavo (quelli inclusi nella confezione...) e cosa leggo? 0.12... ZERO DODICI? Ovvio che volavano così... Ok, rimonto tutto e ci riprovo con dei 0.25 Bio della XXXXX e il risultato fu sconcertante. Bellissimo. Tre pallini alla volta in sagoma di 1 metro da dieci metri, un bel risultato se lo analizziamo per quello che costa e la notevole qualità dei materiali.
MARUI: Come sbagliarsi?
Sembra scontato dirlo ma la Marui si distingue sempre, nulla da dire sui materiali (anche se lo sportellino di carico magari sarebbe stato meglio metallico, cosa che nella ASG era di serie), nulla da dire sulla meccanica e nemmeno sul funzionamento, certamente il prezzo è di media più alto degli altri prodotti della serie ma è un sacrificio fattibile no? Non posso dire altro perchè i test sono stati davvero entusiasmanti e competeva testa a testa con l'ASG anche se certamente più maneggevole dato il calcio corto e la molla di armamento più docile, tuttavia sembravano due fratellini. Unica note di merito: Canne più corte ma stessa precisione delle lunghe della ASG e quindi una cura maggiore nella costruzione.
TECNICA E APPREZZAMENTO
Se volete giocare con il fucile a pompa dovete ragionare come un assaltatore armato di tre VSR. Quindi movimenti rapidi, solo se necessari, tiri sicuri, solo se certi di colpire il bersaglio, grand emobilità e braccia forti, e si perchè svuotare in un unica azione di fuoco tutti e 30 pallini (10 ripetizioni) è davvero stancante e svuotare 4 cartucce mi son reso conto che comporta una buon esercizio! Quindi usciamo dall'ottica che si tratti di un fucile da bimbominchia, tutt'altro! Si tratta di un fucile eccezionale ma che necessità di grande abilità e che quindi pochi possono avere il lusso di usare e poi, scusate il francesismo ma c'è da dire che è una goduria abbattere un avversario con il classico TA-TLACK.... BOM!
Conclusioni:
TANAKA
Realismo: 10/10
Materiali: 10/10
Meccanica: 6/10
Affidabilità: 7/10
Utilità: 4/10
Battuta di rito: Meglio un lanciagranate a quel punto.
ASG
Realismo: 8/10
Materiali: 9/10
Meccanica: 9/10
Affidabilità: 9/10
Utilità: 8/10
Battuta di rito: WOW!
MARUI
Realismo: 8/10
Materiali: 9/10
Meccanica: 10/10
Affidabilità: 9/10
Utilità: 9/10
Battuta di rito: La scelta del professionista.
MESSA A PUNTO
E' evidente che nel Marui malgrado sia usato non ho dovuto fare assolutamente nulla. Provato e aperto giusto per una pulitina era praticamente perfetto anche se mi prodigherò per una custom a livello di verniciatura. Il fucile della ASG invece come detto poco sopra ha subito qualche interventino. Per prima cosa la molla, malgrado il fucile sia dotato di 2 molle (una di ritenzione e una di fuoco vero e proprio) mi sono limitato a cambiare solo quella principale mettendoci una M90 per asg elettriche raggiungendo così al cronografo i 0.98 di media sui tre pallini anche se c'è da dire che non è facilissimo cronografare una cosa del genere. Un ingrassamento dell'asta di armamento che purtroppo è di plastica anche se impossibile da rompere in quanto scorre dentro una sede molto stretta che non permette giochi di sorta. Testa del pistone dedicata e pistone fisso mi lasciano un pò basito ma non smbra avere perdite, insomma è una specie di pompa di bicicletta ad alta resistenza, quelle che si usavano per le gare di mountain bike per capirsi... Quindi ho verniciato con una vernice Coyote brown a Ral molto alto il calcio e il corpo del fucile avendo cura di mascherare il finto vano di espulsione bossoli, una riattatina alle tacche di mira e voillà lo shotgun è finito.
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martedì 29 maggio 2012
mercoledì 9 maggio 2012
M60 MK 43
Quello che possiamo definire una pesante soddisfazione, un nome adatto.
M60 nella sua versione SEAL, corta, alleggerita e maneggevole, per quanto una mitragliatrice di quella stazza possa essere maneggevole. Avevo sempre desiderato possedere e provare una MG e alla fine per qualche ragione una per mano mi è capitata, uno scambio un pò negativo per me e alla fine eccomi consegnare per mano la scatola di questo mostro di metallo. La prima impressione è stupefacente. Grossa, robusta, pesante, senza traballamenti di sorta, massiccia, un vero cancello. Tutto il body è in metallo e solo il poggiaspalla e l'impugnatura è in solidissimo ABS opaco e ruvido quanto basta per non perdere il grip, tacche di mira in metallo (a differenza delle prime arrivate in italia che le avevano in plasticaccia) e un comodo caricatore laterale che perde un pò se paragonato a quello della Minimi, sorella minore delle MG di quella classe che con la sua posizione ventrale rivela una comodità di cambio notevole che invero l'M60 ha solo se si rifornisce il serbatoio dallo sportellino sotto il nastro di finte cartucce calibro 7,62 x 51 mm NATO.
Partiamo con le analisi di rito: Meccanica.
Una brava bambina. E' la prima cose che mi è uscita dalla bocca quando l'ho aperta, ben ingrassata, ben pulita, belle boccole, grasso mediocre, olio buono, dall'odore mi ricorda parecchio l'olio della Franchi fratello un pò minore di quello Beretta e sicuramente più economico, potrebbe essere però opera del precedente proprietario. Ma è il meno. Meccanicamente è una bella bestia dotata di sistema di ritenzione del pistone e anche se meno comodamente della minimi offre la possibilità di montare una molla in pochi attimi. Un Buon roof e una discreta capacità di pescaggio ne fanno una buona MG. Una nota di merito la spezziamo sul fatto che possiamo mettere la batteria nel calcio senza troppi problemi allegerendo così notevolmente il caricatore.
Ergonomia
Per quanto non si possa paragonare a fucili d'assalto l'M60 è un bestione di ben 7kg di metallo pesante che tuttavia si rivela più maneggevole del previsto, impugnata ci si rende conto che si tratta di un fucile istintivo, pratico e che a discapito della taglia ci si dimentica presto di quanto sia grosso a favore dell'ergonomia e del bilanciamento che pesa sul braccio impugnante e non su quello di sostengo, cosa che permette l'impugnatura alla "rambo" o alla più classica tattica se si desidera far le cose per bene. Tenerla sollevata in posizione di tiro non è semplice senza un'ampia ottica a punto rosso come potrebbe essere una Elcan, le tacche di mira infatti, troppo alte e scomode per un tiro mirato vengono presto dimenticate per far fronte ad un tiro più rilassato e meno sostenuto. Un'ottica a punto rosso o comunque una Elcan farebbe al caso dell'utilizzatore più irriducibile limitandone così l'esaurimento fisico. Ho provato diversi tipi di posizione, imbracciata, trattenuta per l'apposita maniglia o dal cavalletto (alla tedesca) e per il maniglione e devo ammettere che la maniglia anteriore fa il porco suo lavoro sia per la posizione che per la comodità e ve lo dice uno che non è un erculeo maciste ma una persona del tutto normale. Ad ogni modo un test di fuoco da 40-30-20 e 10 metri mi ha strabiliato per la sua precisione, per la costanza di tiro e per la modesta velocità di fuoco anche se ho utilizzato una batteria un pò fiacca non esiterò a provarne una più violenta appena potrò. Alla fine direi che per quanto riguarda l'ergonomia è notevole e sta bene così alla fine. Vi lascio infine la videorecensione sperando che la troviate interessante.
DOTAZIONE:
MODELLO M60 MK43 SEAL TYPE A&K
VERSIONE III GENERAZIONE
MITRAGLIATRICE INTERAMENTE IN METALLO
GEAR BOX ED INGRANAGGI IN ACCIAIO
HOP UP REGOLABILE
LUNGHEZZA 94cm.
PESO 6,2 kg a vuoto
GITTATA DEL TIRO CIRCA 50-60mt.
MODALITA DI SPARO A RAFFICA PALLINI DA 6mm
DOTATA DI POTENZIOMETRO DEL ROOF
CARICATORE ELETTRICO DA 3500 COLPI ALIMENTATO DALLA STESSA BATTERIA DELLA MITRAGLIATRICE
TACCA DI MIRA POSTERIORE REGOLABILE
BIPIEDE ESTENDIBILE DA 24 A 34cm.
M60 nella sua versione SEAL, corta, alleggerita e maneggevole, per quanto una mitragliatrice di quella stazza possa essere maneggevole. Avevo sempre desiderato possedere e provare una MG e alla fine per qualche ragione una per mano mi è capitata, uno scambio un pò negativo per me e alla fine eccomi consegnare per mano la scatola di questo mostro di metallo. La prima impressione è stupefacente. Grossa, robusta, pesante, senza traballamenti di sorta, massiccia, un vero cancello. Tutto il body è in metallo e solo il poggiaspalla e l'impugnatura è in solidissimo ABS opaco e ruvido quanto basta per non perdere il grip, tacche di mira in metallo (a differenza delle prime arrivate in italia che le avevano in plasticaccia) e un comodo caricatore laterale che perde un pò se paragonato a quello della Minimi, sorella minore delle MG di quella classe che con la sua posizione ventrale rivela una comodità di cambio notevole che invero l'M60 ha solo se si rifornisce il serbatoio dallo sportellino sotto il nastro di finte cartucce calibro 7,62 x 51 mm NATO.
Partiamo con le analisi di rito: Meccanica.
Una brava bambina. E' la prima cose che mi è uscita dalla bocca quando l'ho aperta, ben ingrassata, ben pulita, belle boccole, grasso mediocre, olio buono, dall'odore mi ricorda parecchio l'olio della Franchi fratello un pò minore di quello Beretta e sicuramente più economico, potrebbe essere però opera del precedente proprietario. Ma è il meno. Meccanicamente è una bella bestia dotata di sistema di ritenzione del pistone e anche se meno comodamente della minimi offre la possibilità di montare una molla in pochi attimi. Un Buon roof e una discreta capacità di pescaggio ne fanno una buona MG. Una nota di merito la spezziamo sul fatto che possiamo mettere la batteria nel calcio senza troppi problemi allegerendo così notevolmente il caricatore.
Ergonomia
Per quanto non si possa paragonare a fucili d'assalto l'M60 è un bestione di ben 7kg di metallo pesante che tuttavia si rivela più maneggevole del previsto, impugnata ci si rende conto che si tratta di un fucile istintivo, pratico e che a discapito della taglia ci si dimentica presto di quanto sia grosso a favore dell'ergonomia e del bilanciamento che pesa sul braccio impugnante e non su quello di sostengo, cosa che permette l'impugnatura alla "rambo" o alla più classica tattica se si desidera far le cose per bene. Tenerla sollevata in posizione di tiro non è semplice senza un'ampia ottica a punto rosso come potrebbe essere una Elcan, le tacche di mira infatti, troppo alte e scomode per un tiro mirato vengono presto dimenticate per far fronte ad un tiro più rilassato e meno sostenuto. Un'ottica a punto rosso o comunque una Elcan farebbe al caso dell'utilizzatore più irriducibile limitandone così l'esaurimento fisico. Ho provato diversi tipi di posizione, imbracciata, trattenuta per l'apposita maniglia o dal cavalletto (alla tedesca) e per il maniglione e devo ammettere che la maniglia anteriore fa il porco suo lavoro sia per la posizione che per la comodità e ve lo dice uno che non è un erculeo maciste ma una persona del tutto normale. Ad ogni modo un test di fuoco da 40-30-20 e 10 metri mi ha strabiliato per la sua precisione, per la costanza di tiro e per la modesta velocità di fuoco anche se ho utilizzato una batteria un pò fiacca non esiterò a provarne una più violenta appena potrò. Alla fine direi che per quanto riguarda l'ergonomia è notevole e sta bene così alla fine. Vi lascio infine la videorecensione sperando che la troviate interessante.
DOTAZIONE:
MODELLO M60 MK43 SEAL TYPE A&K
VERSIONE III GENERAZIONE
MITRAGLIATRICE INTERAMENTE IN METALLO
GEAR BOX ED INGRANAGGI IN ACCIAIO
HOP UP REGOLABILE
LUNGHEZZA 94cm.
PESO 6,2 kg a vuoto
GITTATA DEL TIRO CIRCA 50-60mt.
MODALITA DI SPARO A RAFFICA PALLINI DA 6mm
DOTATA DI POTENZIOMETRO DEL ROOF
CARICATORE ELETTRICO DA 3500 COLPI ALIMENTATO DALLA STESSA BATTERIA DELLA MITRAGLIATRICE
TACCA DI MIRA POSTERIORE REGOLABILE
BIPIEDE ESTENDIBILE DA 24 A 34cm.
giovedì 3 maggio 2012
M14 Old Version
Dopo innumerevoli tentativi sono arrivato ad un risultato accettabile per quanto riguarda l'invecchiamento degli equipaggiamenti. Il primo a passarmi tra le mani è stato un M14 Wood&Metal version che a dirla tutta aveva bisogno di un certo Restyle da fare a fondo e con cura. La marca originale era Kart e devo dire con un certo piacere che di Kart forse sono rimasti solo i materiali del fucile e le scocche del Gear Box. Lo avevo preso usato e già in un post di qualche empo fa ne avevo narrato le traversie fino a che non mi è venuta in mente la follia dell'arma vissuta. Quindi eccomi qui: Il primo passo è stato quello di carteggiare interamente il calcio riportando a nudo il legno alla fine nemmeno tanto male come materiale anche se non regge ovviamente il confronto con la D Boys, il miglior legno finora visto per una replica. Una volta carteggiato a dovere ho steso la prima mano di Impregnante scuro e l'ho lasciato asciugare... Il risultato della prima mano fu un pochettino deludente dato che quel materiale sembrava assetato di tintura esaltando le venature del legno e rendendo uniforme ed omogeneo ed orribilmente chiaro il resto... non mi son perso d'animo e ho iniziato a maneggiarlo, ebbene si mentre era ancora fresco (4 ore di posa). A questo punto ho scurito i punti di usura dando un'occhiatina a delle foto d'epoca e restando stupito di come e perchè si sporcasse un fucile del genere. Olio, grasso e cera erano i materiali che ne compromettevano spesso la bella forma pulita e casta ma a me non serviva così. Gli M14 dalle foto di repertorio sembravano proprio non avere una brunitura massiccia nel periodo che andava fino al 1960 mentre dal 60 al 69 potevano addirittura sembrare pitturati! Poco male, un pò di studio e le versioni meno "old" svelavano i loro segreti rivelando dei punti di usura del tutto tipici.
Quindi con un pò di sana buona volontà (La Kart fa delle buone vernici, io sono stato davvero terribile e al primo restauro utilizzai una Ral tanto possente da essere la stessa che si utilizza per i veicoli e le attrezzature militari moderne)Iniziai a marcare i bordi del fucile ottenendo delle buone lumeggiatura ancora distanti però dal rislutato che volevo ottenere e che forse otterrò solamente con una VERA sabbiatura delle parti e l'utilizzo del Brunitore professionale. Ad ogni modo già a questo punto il fucile aveva un bell'aspetto Vintage. Il legno era pronto alla seconda tinteggiatura e prima di darla mi sono curato di "ingrassare" il legno con del lucido da scarpe e del grasso di foca, una mistura disumana lo so ma faceva davvero al caso mio, pulito il tutto gli passo la seconda mano di impregnante e ottengo un bell'aspetto usurato, proprio quello che volevo. Mentre si asciugava tuttavia mi dedico ad altro, torno sul metallo del corpo fucile iniziando a logorare le zone piatte più ampie. La parte più arretrata del bodi, il castello di mira, il coperchio dell'otturatore e la canna iniziano a consumarsi in modo naturale grazie ad una tecnica abbastanza strana spiegatami da un "invecchiatore" di mobili. Insomma lo tratto bene ma con materiali violenti come la carta vetrata, infoderandolo e pulendolo anzichè con panni morbidi con lana di ferro in modo da consumarlo solo dove sfregasse di più e a quel punto l'effetto era davvero notevole e apprezzabile ma ancora insufficiente... Il risultato finale, dopo innumerevoli passate di impregnante e ritocchini è apprezzabile ma non esattamente veritiero. A breve sabbierò il fucile (le parti metalliche) e le brunirò chimicamente (non ad olio) per mantenere un'aspetto usato/metallico. L'idea finale sarebbe quella di replicare un raro esempio di M14 con calcio pieghevole di cui posto la foto.
Oppure questa versione:
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