Oggi, con sommo ritardo recensisco una delle mie ASG preferite, il famosissimo e arcinoto MP5 A1, in questo caso un eccellente esemplare della Marui, replica eseguita con tutti i Crismi del caso che anche se concettualmente retrò resta una pietra miliare dell'Ars Bellum.
Prima però un pò di storia.
La Heckler & Koch MP5, o più comunemente MP5 (Machinenpistole model 5), è un mitra sviluppata dal produttore tedesco Heckler & Koch (HK) negli anni '60. La precisione, l'affidabilità e la vasta gamma di accessori e varianti hanno reso l'MP5 una delle armi preferite da militari e forze di polizia in tutto il mondo.
Può essere usato in diverse modalità: semi automatico, automatico, o con selezione delle raffiche di colpi, più le sicure.
Inizialmente era pensato per utilizzare munizioni da pistola, 9 mm Parabellum, poste in un caricatore curvo estraibile. Alla fine degli anni '90 furono introdotte le più potenti versioni da 10 mm Auto e calibro .40 S&W (Smith & Wesson), che però ottennero poco successo. L'MP5 ha un sistema di ritardo d'apertura a rullini, che risale ad un prototipo tedesco degli anni '40 noto come StG45(M) e in seguito sviluppato per il fucile CETME. Il progetto di questo sistema è stato realizzato dalla Mauser a partire da quello brevettato da Edward Stecke nel 1930 per l'MG42.
Specifiche
Calibro: 9 mm Parabellum, .40 S&W, 10 mm Auto
meccanismo: semiautomatica/automatica (A1, A2, A3); semiautomatica/automatica/raffica (A4, A5)
Cadenza di tiro: 650 colpi/minuto
Peso a vuoto: 2,540 kg (A2, A4), 2,88 kg (A3, A5)
Peso con caricatore da 30 colpi: 2,710 kg (A2, A4), 3,05 kg (A3, A5)
Lunghezza: 49 cm (A1), 68 cm (A2, A4), 49/68 cm (A3, A5)
Lunghezza della canna: 22,5 cm
Capacità: Caricatore da 15 o 30 colpi, caricatore doppio da 2×30 colpi
Fonte Wikipedia
Reso famoso dal gioco Raimbow Six e Swat che ne facevano una delle armi migliori, l'MP5 non ha mai attecchito molto sui campi da softair forse a causa della poca customizzabilità e dal feeling strano che la porta ad essere considerata comoda quasi quanto una UZI o un INGRAM ma più voluminosa e a causa sicuramente dei caricatori a banana. Tuttavia mi sento di dover far notare che si tratta di una ASG adatta a tutte le classi di esperienza. Adatta ad imparare quanto ai veterani, eccellente dal punto di vista del felling e senza dubbio fottutamente comoda.
Questo modello, della Marui viene senza dubbio aiutato dalla Marca ad eccellere e ci rendiamo subito conto che esteticamente non gli si può dire nulla.
Le plastiche sono solide, il calcio scricchiola un pò e ha un "gioco" se lo si muove troppo ma è naturale vista la caratteristica dello stesso, la presa è salda e comoda e per nulla la rifinitura tradisce le origini plasticose del modello e anzi, poco invidia ai modelli metal guadagnando in leggerezza che per una ASG così piccola diventa essenziale.
Meccanicamente parlando mi sembra di parlare a vuoto, mi ero già trovato per le mani dei Marui. Un M16 millantanni fa e un G36 un paio di anni fa e in entrambi i casi non si può che dire: ETERNO FINCHE' NON LO APRI.
In effetti quell'MP5 è passato dalle mie sapienti e tattiche mani a quelle spaccoammazzosparo a tuttoquellochesimuove della mia compagna per poi a quelle persimoniose del mio spotter, tutto sommato non ha mai perso un pallino (mentre io un caricatore intero). Il rof è decisamente appagante, non troppo aggressivo ma nemmeno lento e facendo qualche interessante paragone sono arrivato col dire che è molto simile a quello dell'arma vera, il tempo di svuoto caricatore è identico, poi beh senza cronografo sono buoni tutti a dirlo.
Un paio di punti in più li guadagna con qualche apprezzabile aggiunta come un solidissimo calcio pieno, una slitta portaottica, un dot e un silenziatore, il tiro aumenta di istintività in modo disarmante e si riconosce nell'arma non più una smg ma un vero e proprio fucile d'assalto. Ma allora perchè sui campi va più lo stubby che l'MP5? Moda. Punto. Moda. Sono certo che un pò tutti vedendo le foto diranno: "ammazza che figo", "carino" e cose del genere ma alla fine si prende quello che hanno tutti... Il Colt. Il consiglio che posso dare a tutti è di provare ad apprezzare questo piccolo gingillo, di lasciare perdere le cigolanti Galaxy, JG e accattivanti kurtz dalla canna interna da 5cm o 6 in alcuni casi ma di provare la pietra miliare delle forze swat di tutto il mondo.
PRO:
-Maneggevole
-Leggero
-Felling immediato
-Arma di backup ideale
-Caricatori pratici per il genere di arma
CONTRO
-Qualche cigolio del calcio retrattile
-Non molto personalizzabile
-Necessita di pratica per il reload
-Caricatori poco capienti (se utilizzate i maggiorati)
VOTO IN DECIMI
8/10
BATTUTO DA:
AK47U AIMS
G36K
MP40
BATTE:
STUBBY M4
MAC 11
UZI
P90
(La classicifica di battuto da: e Batte: è fatta su una base di prove personali ed esperienze di gioco e sulla categoria di equipaggiamento SMG)
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venerdì 7 dicembre 2012
mercoledì 14 novembre 2012
Steyr AUG
Io non seguo le mode, son ben lungi dall'appassionarmi del Masada solo perchè è uscito o del 416 solo perchè lo hanno tutti. Io ho sempre provato armi e accessorri quando ne ho avuto bisogno e come per magia, giusto per accertare questa frase oggi, dopo tanto tempo torno alla carica con una chicca per amatori: l'AUG.
Non avrei mai immaginato di poter e dover scrivere qualcosa su uno Steyr principalmente perchè non era il tipo di arma che mi ha mai attirato. Tuttavia qualche (parecchie) partita fa mi son trovato senza fucile e un amico conosciuto da poco (benedetta fiducia) mi propose di provare con il suo Steyr che era si una cinesata palese, nata e rifatta ma che comunque sparava bene ed era silenziosissimo... Non mi sono perso di fiducia e ho in effetti condotto una partita con quel fucile dal colorito verdognolo e dalla forma bizzarra e come quando si esce con una donna per la prima volta e ci si apparta nei primi momenti mi trovai impacciato con quelle "curve" nuove ma in breve divenne parte del mio braccio.
Perchè è proprio questo che sembra accadere se si imbraccia uno AUG STEYR. Che diventi una parte del proprio braccio. Molto leggero, bilanciato appena dietro il polso che lo impugna, frontale leggero e posteriori larghi e ampi, comodissimi per posare il viso o il braccio in attesa del proprio bersaglio. Insomma all'improvviso mi sono dimenticato di avere in mano un fucile "d'assalto" e mi sembrava molto di più di impugnare una pistola. Finito il game mi mostrai entusiasta di quel fucile e per un pò finì nel dimenticatoio insieme ai sogni e alle speranze di un fucile nuovo.
Recentemente invece mi sono rimesso a vendere qualche oggettino e trovai un ragazzo, un genio della meccanica a mio avviso che possedeva un'intera collezione di steyr di tutte le fogge e dimensioni, di tutti i modelli e colori e mi propose uno di quelli ad un prezzo vantaggioso ma per me in quel momento proibitivo se non fosse stato che... Che mi ricontattò un pò più avanti per due dei miei fucili che stavo vendendo, non mi feci scappare l'opportunità e immediatamente fatto presente l'interessamento per il suo A1 stringemmo una veloce contrattazione e in breve dopo un incontro di persona stringevo per mano un eccellente Steyr a cui mancava però la rotella del hop up rimediata a 4.00€, tale rotella sono certo fosse caduta durante una delle operazioni qualsiasi di apertura visto che in luogo di incontro mi ricordo bene esserci stata in quanto lui stesso aperto il fucile ne regolava l'hop up, ma è stata una stupidaggine per davvero e alla fine posso recensire il mio nuovo fucile da "sniper". Uno Steyr AUG A1.
Steyr AUG A1
L'AUG è una famiglia di fucili d'assalto in configurazione bullpup prodotta dall'austriaca Steyr-Daimler-Puch.
AUG è l'acronimo per Armee Universal Gewehr, "Fucile Universale per l'Esercito".
Fu sviluppato nel 1960 come rimpiazzo del Stg.58 (versione austriaca della FN FAL), dalla divisione armi della fabbrica austriaca Steyr-Daimler-Puch, (oggi Steyr Mannlicher).
Il nuovo fucile fu adottato come fucile d'ordinanza dall'esercito austriaco nel 1977 e la produzione in serie ebbe inizio l'anno dopo (rendendolo uno fra i primi fucili bullpup ad entrare in servizio). Riscosse subito un grande successo essendo adottato dalle forze armate di numerosi Stati (Oman, Irlanda, Nuova Zelanda ecc.), divenendo uno dei fucili d'assalto bullpup più venduti.
Nel 1997 la Steyr (che aveva già cambiato nome in Steyr-Mannlicher), iniziò la produzione dello Steyr AUG A2, la seconda versione e nel 2005 dell'AUG A3. Quest'ultima versione è caratterizzata da quattro guide accessorie di tipo Picatinny alle quali è possibile aggiungere vari moduli (lanciagranate, sistemi di puntamento laser, mirini ottici). Particolarità dell'arma è la selezione della modalità di fuoco, in base alla pressione sul grilletto si seleziona: colpo singolo e con una pressione più elevata per il tiro automatico.
È stato in dotazione anche al Col Moschin negli anni novanta ma ora è stato rimpiazzato dal Colt M4 anche a causa dei limiti dell'arma in ambienti estremi. Il lotto di armi del Col Moschin fu ceduto al Reg. Monte Cervino. Solo il GIS continua ad utilizzarlo per via della sua compattezza.
Progettista Horst Wesp, Karl Wagner, Karl Moser
Date di produzione 1978
Varianti Steyr AUG AG1 - Steyr AUG AG2 - Steyr AUG AG3
Descrizione
Peso 3,8 kg con canna standard da 508 mm
Lunghezza 690 mm (790 mm)
Lunghezza canna 407 mm (508 mm)
Calibro 5,56 mm
Tipo di munizioni 5,56x45 NATO
Cadenza di tiro 650 colpi al minuto
Tiro utile 450-500 m con canna standard da 508 mm
Alimentazione caricatore da 30 o 42 colpi
Organi di mira mirino ottico 1,5x
(Fonte Wikipedia)
Per il nostro modello ci troviamo invece tra le mani una vera chicca. Tra i Bullpup attualmente in commercio l'ho immediatamente catalogato come il più comodo e leggero e comunque parlo da giocatore che ha tenuto per le mani un FN2000, il P90 (che non è esattamente bullpup) e l86 inglese. Lo Steyr è più compatto dell'FN200 e leggermente più pesante, più bilanciato sul polso e leggermente meno versatile ma sicuramente meno ingombrante. Tuttavia ci si accorge presto di avere a che fare con una pistola, comoda tanto quanto. Una chicca insomma che per la sua categoria minimalista diventa un classico, in effetti è un fucile senza fronzoli, senza troppi ricamini, senza pretese ma allo stesso tempo con tutto l'essenziale per diventare un fucile multifunzione. Senza contare la possibilità di insonorizzare la cassa che contiene il Gear box ottenendo così un fucile silenziosissimo.
ERGONOMIA Non mi stancherei mai di dire che è perfetto sotto questo punto di vista. Dall'impugnatura alla calciatura è lungo come un avambraccio medio e quindi ogni volta che lo si impugna si bilancia esattamente sul polso sostenendosi su un punto in cui solitamente pesa un'impugnatura mentre in questo caso un calcio, non serve dire che così facendo si ha l'impressione di tenere in mano praticamente una pistola. Bisogna solo farci un momento l'abitudine data la "stranezza" della cosa. Cinghia a tre punti per esaltare la comodità e ci ritroveremo in breve con "nulla" in mano.
STRUMENTI DI MIRA L'AUG A1 ha di serie un'ottica molto piccola e comoda con la possibilità di regolare Alzo e Deriva, tale ottica è molto comoda anche per chi, come me è abituato ad ottiche molto spaziose e con lenti grandi almeno come quelle di un cannocchiale, inoltre la lente è molto arretrata nel tubo di focus risultando anche discretamente coperta contro i riflessi accidentali. Sulla stessa ottica ci sono anche tacche di mira fisse estremamente spaziose e comodissime seppur poco precise e inclinate leggermentre su un fianco per sopperire alla posizione dell'ottica stessa. Essendo un fucile che emerge dal braccio solo con gli organi di espulsione del pallino mi sono accorto che la mira intuitiva è pari a quello di una pistola a canna lunga, insomma di una difficoltà pari all'atto di indicare un punto con le dita.
CONCLUSIONE Non è un fucile alla moda no. Non è un fucile elegante o aggressivo. E' tuttavia uno strumento ideale per uno Sniper o uno Spotter. E' perfetto, si trasporta lungo il braccio, si imbraccia nascondendo il corpo tra l'avambraccio e il corpo, si brandeggia come una pistola e il peso è irrisorio, il caricatore posteriore, tipico dei Bullpup è piccolo e maneggevole, molto corto. Le operazioni di mira sono istintive, veloci. Insomma lo steyr AUG A1 sembra proprio essere un eccellente fucile, non per tutti ma per persone che desiderano grande mobilità, pochi fronzoli, l'essenziale. Vivamente consigliato a Sniper, Spotter ed esploratori.
Lavori meccanici eseguiti:
-boccole originali con delle boccole cuscinettate della element che gli aumentano anche il rof
-molla sostituita con una della sniper mk da 100
-pistone sostituito con il King Arms rosso (mezzi denti in acciaio )
-il gruppo hop up è stato completamente sostituito con uno della Classic Army
-il gommino hop up è stato sostituito con uno della Classic army
-anche la canna interna è stata cambiata con una sempre da 509mm della Classic army
-pressore cambiato
-rispessorato e reingrassato come Cristo Comanda (se lo ha mai fatto con uno steyr in mano).
Non avrei mai immaginato di poter e dover scrivere qualcosa su uno Steyr principalmente perchè non era il tipo di arma che mi ha mai attirato. Tuttavia qualche (parecchie) partita fa mi son trovato senza fucile e un amico conosciuto da poco (benedetta fiducia) mi propose di provare con il suo Steyr che era si una cinesata palese, nata e rifatta ma che comunque sparava bene ed era silenziosissimo... Non mi sono perso di fiducia e ho in effetti condotto una partita con quel fucile dal colorito verdognolo e dalla forma bizzarra e come quando si esce con una donna per la prima volta e ci si apparta nei primi momenti mi trovai impacciato con quelle "curve" nuove ma in breve divenne parte del mio braccio.
Perchè è proprio questo che sembra accadere se si imbraccia uno AUG STEYR. Che diventi una parte del proprio braccio. Molto leggero, bilanciato appena dietro il polso che lo impugna, frontale leggero e posteriori larghi e ampi, comodissimi per posare il viso o il braccio in attesa del proprio bersaglio. Insomma all'improvviso mi sono dimenticato di avere in mano un fucile "d'assalto" e mi sembrava molto di più di impugnare una pistola. Finito il game mi mostrai entusiasta di quel fucile e per un pò finì nel dimenticatoio insieme ai sogni e alle speranze di un fucile nuovo.
Recentemente invece mi sono rimesso a vendere qualche oggettino e trovai un ragazzo, un genio della meccanica a mio avviso che possedeva un'intera collezione di steyr di tutte le fogge e dimensioni, di tutti i modelli e colori e mi propose uno di quelli ad un prezzo vantaggioso ma per me in quel momento proibitivo se non fosse stato che... Che mi ricontattò un pò più avanti per due dei miei fucili che stavo vendendo, non mi feci scappare l'opportunità e immediatamente fatto presente l'interessamento per il suo A1 stringemmo una veloce contrattazione e in breve dopo un incontro di persona stringevo per mano un eccellente Steyr a cui mancava però la rotella del hop up rimediata a 4.00€, tale rotella sono certo fosse caduta durante una delle operazioni qualsiasi di apertura visto che in luogo di incontro mi ricordo bene esserci stata in quanto lui stesso aperto il fucile ne regolava l'hop up, ma è stata una stupidaggine per davvero e alla fine posso recensire il mio nuovo fucile da "sniper". Uno Steyr AUG A1.
Steyr AUG A1
L'AUG è una famiglia di fucili d'assalto in configurazione bullpup prodotta dall'austriaca Steyr-Daimler-Puch.
AUG è l'acronimo per Armee Universal Gewehr, "Fucile Universale per l'Esercito".
Fu sviluppato nel 1960 come rimpiazzo del Stg.58 (versione austriaca della FN FAL), dalla divisione armi della fabbrica austriaca Steyr-Daimler-Puch, (oggi Steyr Mannlicher).
Il nuovo fucile fu adottato come fucile d'ordinanza dall'esercito austriaco nel 1977 e la produzione in serie ebbe inizio l'anno dopo (rendendolo uno fra i primi fucili bullpup ad entrare in servizio). Riscosse subito un grande successo essendo adottato dalle forze armate di numerosi Stati (Oman, Irlanda, Nuova Zelanda ecc.), divenendo uno dei fucili d'assalto bullpup più venduti.
Nel 1997 la Steyr (che aveva già cambiato nome in Steyr-Mannlicher), iniziò la produzione dello Steyr AUG A2, la seconda versione e nel 2005 dell'AUG A3. Quest'ultima versione è caratterizzata da quattro guide accessorie di tipo Picatinny alle quali è possibile aggiungere vari moduli (lanciagranate, sistemi di puntamento laser, mirini ottici). Particolarità dell'arma è la selezione della modalità di fuoco, in base alla pressione sul grilletto si seleziona: colpo singolo e con una pressione più elevata per il tiro automatico.
È stato in dotazione anche al Col Moschin negli anni novanta ma ora è stato rimpiazzato dal Colt M4 anche a causa dei limiti dell'arma in ambienti estremi. Il lotto di armi del Col Moschin fu ceduto al Reg. Monte Cervino. Solo il GIS continua ad utilizzarlo per via della sua compattezza.
Progettista Horst Wesp, Karl Wagner, Karl Moser
Date di produzione 1978
Varianti Steyr AUG AG1 - Steyr AUG AG2 - Steyr AUG AG3
Descrizione
Peso 3,8 kg con canna standard da 508 mm
Lunghezza 690 mm (790 mm)
Lunghezza canna 407 mm (508 mm)
Calibro 5,56 mm
Tipo di munizioni 5,56x45 NATO
Cadenza di tiro 650 colpi al minuto
Tiro utile 450-500 m con canna standard da 508 mm
Alimentazione caricatore da 30 o 42 colpi
Organi di mira mirino ottico 1,5x
(Fonte Wikipedia)
Per il nostro modello ci troviamo invece tra le mani una vera chicca. Tra i Bullpup attualmente in commercio l'ho immediatamente catalogato come il più comodo e leggero e comunque parlo da giocatore che ha tenuto per le mani un FN2000, il P90 (che non è esattamente bullpup) e l86 inglese. Lo Steyr è più compatto dell'FN200 e leggermente più pesante, più bilanciato sul polso e leggermente meno versatile ma sicuramente meno ingombrante. Tuttavia ci si accorge presto di avere a che fare con una pistola, comoda tanto quanto. Una chicca insomma che per la sua categoria minimalista diventa un classico, in effetti è un fucile senza fronzoli, senza troppi ricamini, senza pretese ma allo stesso tempo con tutto l'essenziale per diventare un fucile multifunzione. Senza contare la possibilità di insonorizzare la cassa che contiene il Gear box ottenendo così un fucile silenziosissimo.
ERGONOMIA Non mi stancherei mai di dire che è perfetto sotto questo punto di vista. Dall'impugnatura alla calciatura è lungo come un avambraccio medio e quindi ogni volta che lo si impugna si bilancia esattamente sul polso sostenendosi su un punto in cui solitamente pesa un'impugnatura mentre in questo caso un calcio, non serve dire che così facendo si ha l'impressione di tenere in mano praticamente una pistola. Bisogna solo farci un momento l'abitudine data la "stranezza" della cosa. Cinghia a tre punti per esaltare la comodità e ci ritroveremo in breve con "nulla" in mano.
STRUMENTI DI MIRA L'AUG A1 ha di serie un'ottica molto piccola e comoda con la possibilità di regolare Alzo e Deriva, tale ottica è molto comoda anche per chi, come me è abituato ad ottiche molto spaziose e con lenti grandi almeno come quelle di un cannocchiale, inoltre la lente è molto arretrata nel tubo di focus risultando anche discretamente coperta contro i riflessi accidentali. Sulla stessa ottica ci sono anche tacche di mira fisse estremamente spaziose e comodissime seppur poco precise e inclinate leggermentre su un fianco per sopperire alla posizione dell'ottica stessa. Essendo un fucile che emerge dal braccio solo con gli organi di espulsione del pallino mi sono accorto che la mira intuitiva è pari a quello di una pistola a canna lunga, insomma di una difficoltà pari all'atto di indicare un punto con le dita.
CONCLUSIONE Non è un fucile alla moda no. Non è un fucile elegante o aggressivo. E' tuttavia uno strumento ideale per uno Sniper o uno Spotter. E' perfetto, si trasporta lungo il braccio, si imbraccia nascondendo il corpo tra l'avambraccio e il corpo, si brandeggia come una pistola e il peso è irrisorio, il caricatore posteriore, tipico dei Bullpup è piccolo e maneggevole, molto corto. Le operazioni di mira sono istintive, veloci. Insomma lo steyr AUG A1 sembra proprio essere un eccellente fucile, non per tutti ma per persone che desiderano grande mobilità, pochi fronzoli, l'essenziale. Vivamente consigliato a Sniper, Spotter ed esploratori.
Lavori meccanici eseguiti:
-boccole originali con delle boccole cuscinettate della element che gli aumentano anche il rof
-molla sostituita con una della sniper mk da 100
-pistone sostituito con il King Arms rosso (mezzi denti in acciaio )
-il gruppo hop up è stato completamente sostituito con uno della Classic Army
-il gommino hop up è stato sostituito con uno della Classic army
-anche la canna interna è stata cambiata con una sempre da 509mm della Classic army
-pressore cambiato
-rispessorato e reingrassato come Cristo Comanda (se lo ha mai fatto con uno steyr in mano).
domenica 7 ottobre 2012
Sniper Viper
Dopo molto tempo sono tornato a Sniperare con somma fatica ma eterno godimento. Ormai erano quasi tre mesi che non sparavo un pallino e dopo aver potenziato, rivisto, rimaneggiato, rivisitato e via dicendo il mio Setup mi sono ritrovato a sparare nuovamente a dei bersagli umani. Le prime due giocate mi sentivo un bradipo zoppo e per quello (oltre che per una colorazione guille fuori campo diciamocelo) ho avuto qualche difficoltà ma poi... Poi mi sono riccamente ripreso...
E come al solito lo farò raccontando una storia:
...Sapevamo solo una cosa con certezza, le forze nemiche stavano scendendo verso valle ed erano tante, quasi tre uomini per ogniuno di noi per un totale di 15 fottutissimi bersagli e noi eravamo già stanchi, in pochi e sopratutto fuori luogo, armamenti insufficienti, mimetiche inappropriate (che per me significava essere visibile) e via dicendo. Comunque l'intelligence ci informa per tempo e abbiamo l'occasione di tendere una bella imboscata, tentare il tutto e per tutto in una giornata disastrosa. Lo scenario era semplice, costringere gli operatori a scendere in un canalone e poi, una volta a tiro eliminarli chirurgicamente dopo l'ingaggio delle automatiche più pesanti dei nostri compagni. Io e il mio Spotter prendiamo posto ai lati del canale, sopraelevati, potenzialmente invisibili se non fosse che... Che la mia guille era troppo "secca", troppo rossa, troppo gialla, troppo visibile e avevo poto tempo per eventualmente itegrarla. Non avevo molte scelte, la sfilo, la accartoccio, la getto di lato e mi lego la Shemag sulla testa alla "talebana" come insegna la strategia araba.
Le voci e i rumori si fanno sempre più vicine e ormai vedo tra le fronde i primi movimenti, lontani. Sento che ingaggiano alla mia sinistra, molto distante da "herbert" ben mimetizzato. Vedo un operatore alleato correre all'impazzata nascondendosi alla mia sinistra e mi fa un favore, costringe un "nemico" ad alzarsi per sparare.
Tre colpi.
Tango a terra, non mi vedono e continuano a disboscare la foresta alla mia sinistra.
Questa volta due operatori, sono molto cauti, sanno che dove prima c'era il loro compagno potrebbero arrivare colpi ma sono imprecisi o molto stanchi, tirano ad almeno due metri da me, errore fatale.
Mi slancio in una raffica lunga, forse venti colpi e li atterro entrambi in tre mini raffichette.
Spreco anche una granata avendo visto due tango scendere nel canale che invece... Non c'erano, poco male, li distrae.
Mi arriva addosso il delirio, ho almeno quattro automatiche che mi riversano addosso il loro carico, i miei compagni spalleggiati dal buon Herbert tuttavia ne atterrano tre e un unico Tango mi fa "capoccella" e poi sparisce.
Passano lunghi momenti di tensione con tutti noi acquattati tra le fronde e al primo movimento di un compagno poco distante dalla sinistra del mio Spotter viene falciato assieme alle felci attorno a lui, ma fa un tragico errore.
Si fa vedere.
Scorgo uno dei nostri che cerca di fiancheggiarlo e gli indico la via mentre... Mentre mi si inceppa il fucile dannazione, terriccio nel mio AUG, non ci voleva, ma non mi perdo d'animo e mentre mi tirano qualche colpo di avvertimento scivolo giù dalla scarpatella e impugno la mia fedele 1911 raggiungendo il dosso a dieci metri prima della loro ultima posizione.
Altre poche raffiche mi distraggono e richiedo l'appoggio di Herbert. Mi copre mentre cerco di tirare giù quei maledetti con i colpi della mia 45 almeno finchè non mi cade l'occhio a terra cadendo.
Cambio caricatore e noto che poco distante c'era il caricatore del mio AUG e deducendo quindi che non era realmente inceppato mi butto di corsa sparando dritto e tirando proprio verso il nascondiglio del Tango.
Recuper l'AUG proprio mentre il maledetto nemico ci esce alle spalle.
SCENA DA FILM
Herbert si lancia all'indietro sparando mentre io mi fletto in avanti e apro il fuoco con i colpi del Tango che ci rimbalzano attorno, fuoco incrociato dinamico e il nemico è a terra.
Fine dei giochi. Tutti a casa.
E come al solito lo farò raccontando una storia:
...Sapevamo solo una cosa con certezza, le forze nemiche stavano scendendo verso valle ed erano tante, quasi tre uomini per ogniuno di noi per un totale di 15 fottutissimi bersagli e noi eravamo già stanchi, in pochi e sopratutto fuori luogo, armamenti insufficienti, mimetiche inappropriate (che per me significava essere visibile) e via dicendo. Comunque l'intelligence ci informa per tempo e abbiamo l'occasione di tendere una bella imboscata, tentare il tutto e per tutto in una giornata disastrosa. Lo scenario era semplice, costringere gli operatori a scendere in un canalone e poi, una volta a tiro eliminarli chirurgicamente dopo l'ingaggio delle automatiche più pesanti dei nostri compagni. Io e il mio Spotter prendiamo posto ai lati del canale, sopraelevati, potenzialmente invisibili se non fosse che... Che la mia guille era troppo "secca", troppo rossa, troppo gialla, troppo visibile e avevo poto tempo per eventualmente itegrarla. Non avevo molte scelte, la sfilo, la accartoccio, la getto di lato e mi lego la Shemag sulla testa alla "talebana" come insegna la strategia araba.
Le voci e i rumori si fanno sempre più vicine e ormai vedo tra le fronde i primi movimenti, lontani. Sento che ingaggiano alla mia sinistra, molto distante da "herbert" ben mimetizzato. Vedo un operatore alleato correre all'impazzata nascondendosi alla mia sinistra e mi fa un favore, costringe un "nemico" ad alzarsi per sparare.
Tre colpi.
Tango a terra, non mi vedono e continuano a disboscare la foresta alla mia sinistra.
Questa volta due operatori, sono molto cauti, sanno che dove prima c'era il loro compagno potrebbero arrivare colpi ma sono imprecisi o molto stanchi, tirano ad almeno due metri da me, errore fatale.
Mi slancio in una raffica lunga, forse venti colpi e li atterro entrambi in tre mini raffichette.
Spreco anche una granata avendo visto due tango scendere nel canale che invece... Non c'erano, poco male, li distrae.
Mi arriva addosso il delirio, ho almeno quattro automatiche che mi riversano addosso il loro carico, i miei compagni spalleggiati dal buon Herbert tuttavia ne atterrano tre e un unico Tango mi fa "capoccella" e poi sparisce.
Passano lunghi momenti di tensione con tutti noi acquattati tra le fronde e al primo movimento di un compagno poco distante dalla sinistra del mio Spotter viene falciato assieme alle felci attorno a lui, ma fa un tragico errore.
Si fa vedere.
Scorgo uno dei nostri che cerca di fiancheggiarlo e gli indico la via mentre... Mentre mi si inceppa il fucile dannazione, terriccio nel mio AUG, non ci voleva, ma non mi perdo d'animo e mentre mi tirano qualche colpo di avvertimento scivolo giù dalla scarpatella e impugno la mia fedele 1911 raggiungendo il dosso a dieci metri prima della loro ultima posizione.
Altre poche raffiche mi distraggono e richiedo l'appoggio di Herbert. Mi copre mentre cerco di tirare giù quei maledetti con i colpi della mia 45 almeno finchè non mi cade l'occhio a terra cadendo.
Cambio caricatore e noto che poco distante c'era il caricatore del mio AUG e deducendo quindi che non era realmente inceppato mi butto di corsa sparando dritto e tirando proprio verso il nascondiglio del Tango.
Recuper l'AUG proprio mentre il maledetto nemico ci esce alle spalle.
SCENA DA FILM
Herbert si lancia all'indietro sparando mentre io mi fletto in avanti e apro il fuoco con i colpi del Tango che ci rimbalzano attorno, fuoco incrociato dinamico e il nemico è a terra.
Fine dei giochi. Tutti a casa.
mercoledì 13 giugno 2012
Meglio Colt o AK? La domanda tipica
Mi piacerebbe fare una rapida quanto veritiera recensione al cervello dei giocatori. Non si tratta di una critica ma di un commento costruttivo quanto ammonitivo a causa di quanto sento sempre più spesso, certamente la fonte non è delle più autorevoli (google answer) ma di pari passo anche parlando in forum e chat mi rendo conto che i cervelli funzionano più o meno nella stessa maniera.
La prima domanda è:
Meglio Colt o AK?
Da qui potrebbe venirne una guerra sociale, uno scontro tra virtuosi della dialettica, della tecnica e della scienza ma sempre più spesso vi renderete conto che si tratta in verità di mere preferenze di gusti. Molti praticanti del nostro sport si lasciano trasportare infatti da questi gusti personali credendo che tutto si basi sul mi piace il Famas più dell' L85 o l'M16 più dell AK47 ma dopo qualche anno (quelli che durano) si rendono conto che la questione si fa molto più particolare, molti non lo capiscono e continuano a comprare fucili man mano che escono poi rivendendoli rapidamente dopo un qualhe tempo, nella fattispecie farei l'esempio del MASADA. Quando uscì fecero letteralmente a schiaffi per comprare questo modello, tutti sembravano volere un Masada e sembrava che il mondo girasse attorno ai Masada tanto che leggiamo spesso:
Perfetto in ogni parametro tecnico, ma in estetica è imbattibile . mia arma migliore nei videogames e nel softair
Il più bel fucile che abbia mai visto
Un mitragliatore spettacolare, il migliore per iniziare a giocare a softair
eccetera
eccetera
eccetera
Ma dopo nemmeno due mesi molti compratori rivendevano il proprio Masada. Ma perchè? Perchè era la moda.
LA DIFFERENZA TRA ESTETICA E FUNZIONE Per quanto io abbia preferenze di estetica sono ben lungi dal dire che un'arma è meglio di un altra prima di aver visto chi la utilizzerà. Vuoi iniziare a giocare? Beh inizia con un fucile che te lo permetta, magari sarete spinti dalla moda dei videogiochi, dei film e dell'estetica ma prima di spendere 500€ e passa euro provateli da qualcuno che li ha già, imbracciateli, saggiateli, teneteveli un pò al fianco. I fucili sono un pò come le donne: Se sono solo belli non ci fate un'emerita mazza. Se parliamo di estetica avremmo senza dubbio come nota positiva la serie G36 (che personalmente adoro), la serie AUG (sopratutto gli ultimi fratellini), la serie ACR perchè no e la serie PTW e i nuovi FAL poi in sordina passano i Colt e gli AK che senza dubbio vengono schiaffati agli ultimi posti perchè in effetti brutti, e quello è innegabile, sono brutti. Ma tra questi quali preserisco usare? Gli AK ebbene si. E in effetti uso certi ferracci quando gioco che tutti storcerebbero il naso alla fin fine ma lo faccio perchè sono comodi, quello mi serve.
Ma comodi perchè? Vi chiederete.
Perchè il fucile deve essere adatto e per esserlo dovremmo analizzare dei parametri ben precisi. Certo se giocate con caricatori da 6000 bb bianchi sparando nubi di pallini senza mirare ma solo saturando colli e montagne è un'altra faccenda ma ammettiamo che non facciate i bimbominchia ma che siate tecnici e concreti.
Le tacche di mira.
Una buona carabina, fucile d'assalto, mitragliatrice et similia per essere veramente comoda deve avere un sistema di puntamento intuitivo e comodo. Facciamo deli esempi: Colt M4, M14, AK 47, Fa Mas, FAL, Guardateli un pò, poi proseguite nella lettura.
Che avete notato? Che alcuni sono fighi ok... Poi? Che sono tutti molto diversi e sopratutto che hanno due cose fondamentali che li contraddistinguono, ma cosa? In primo luogo le tacche di mira e poi il calcio. Le tacche di mira sono la parte principale di questo articolo perchè definiscono quanto una ASG sia veloce nel puntamento. E come si determina quanto sia intuitiva e veloce? Per capirlo è necessario provarle ma ve lo spiegherò brevemente. In primis quella posteriore deve essere avanzata perchè più è vicina alla mano che sorregge il fucile (e quindi a quella anteriore) e più sarà veloce il puntamento e in secondo luogo deve essere "spaccata" ovvero una tacca che si collima con un asticella e non un cerchietto con un asticella o un foro con un altro foro o una tacca con un foro e via così e sopratutto devono essere all'incirca da metà fucile al frangifiamma cosicchè non ci troveremo obbligati ad allineare con fatica la testa alla mano che lo impugna e a sollevare la punta per allinearlo. Quindi già da questa prima analisi noteremo quanto segue:
In quelli elencati quindi intuiremo che i più istintivi sono l'AK47 e L85, chi lo avrebbe detto? Proprio i più brutti (anche se a parere mio anche il FaMAs si presta bene ma in quel caso la mia preferenza è data dalla lunghezza del mio avambraccio che mi permnette di imbracciarlo comodamente.
Per quanto riguarda il calcio direi che è fondamentale. Un calcio dritto e troppo lungo o tozzo diverrebbe presto scomodo e stancante o addirittura limitante per l'operatore in quanto potrebbe essere eccessivo per la lunghezza totale delle braccia di chi lo porta e quindi inutilizzabile. Osservando questo potremmo dire che il migliore in assoluto da quel punto di vista è il COLT, senza nemmeno pensarci troppo su, regolabile in lunghezza, a volte in alzo e del tutto personalizzabile per quanto riguarda adattabilità e "abbattibilità" per meglio trasportarlo o stoccarlo se necessario. Quindi ci troviamo con un comodissimo calcio Colt, una pensata eccezionale quella del tubo che ha raggiunto l'apice con il tubo abbattibile. Anche calci inscatolati come quelli dell'L85 e del Fa mas trovano facilmente degli amatori, tuttavia troviamo comodi anche i calci inclinati dell'AK 45 se imbracciato e quello dell'M14 per le posizioni di tiro. Insomma Il calcio è OGGETTIVO per quanto riguarda l'uso e sopratutto la lunghezza delle vostre braccia. Altro dato fondamentale è il peso. E' inutile se siete dei mingherlini poco preparati mettervi in testa di imbracciare una M60 e andare alla ventura, vi rovinereste una giornata.
UN FATTORE DI PRECISIONE Se prendete un qualsiasi fucile noterete che la cosa che subito salta all'occhio è la lunghezza della canna. Il principio del fucile vero è lo stesso che per i nostri. Una canna lunga e prestante è meglio di una corta e grezza. Quindi possiamo dire che la precisione di una nostra replica è relativa alla lunghezza della canna? NI. PErchè è relativa alla lunghezza della canna INTERNA che ovviamente scorre dentro quella esterna. Osservate:
Quello che vedete è la posizione dell'hop up e la lunghezza della canna interna. Ciò determina una cosa chiara. Il miglior rapporto compattezza/canna interna è dato dal FA MAS, dal L85 e da fucili che chiaramente sono lunghi di loro. Se volete giocare realmente di precisione ma con canne corte le principali scelte da ponderare sono lo steyr AUG, l'85 e il Fams e tutti quei fucili che hanno il sistema bullpup dato che in quella maniera l'hop up permette di far scorrere la canna tutta dentro la replica permettendo a sua volta una notevole precisione.
I CONSIGLI DELL'ESPERTO Non vi fidate del consiglio "E' meglio questo di quello". Assolutamente, potete chiedere se è meglio un M4 cqb di un M4 ris o un AK 47 di un AK47S o U ma mai permettere di dire che un fucile è meglio dell'altro se sono di tipo differente, sarete voi a dirlo imbracciandolo e provandolo, tanto alla fine qualcuno che li presta per un game o un negozio che vi permette di tenerlo in braccio e saggiarlo si trova sempre! Spero di essere stato utile ragazzi, buon divertimento e ricordate:
Noi giochiamo a fare la guerra, non facciamo la guerra per gioco.
La prima domanda è:
Meglio Colt o AK?
Da qui potrebbe venirne una guerra sociale, uno scontro tra virtuosi della dialettica, della tecnica e della scienza ma sempre più spesso vi renderete conto che si tratta in verità di mere preferenze di gusti. Molti praticanti del nostro sport si lasciano trasportare infatti da questi gusti personali credendo che tutto si basi sul mi piace il Famas più dell' L85 o l'M16 più dell AK47 ma dopo qualche anno (quelli che durano) si rendono conto che la questione si fa molto più particolare, molti non lo capiscono e continuano a comprare fucili man mano che escono poi rivendendoli rapidamente dopo un qualhe tempo, nella fattispecie farei l'esempio del MASADA. Quando uscì fecero letteralmente a schiaffi per comprare questo modello, tutti sembravano volere un Masada e sembrava che il mondo girasse attorno ai Masada tanto che leggiamo spesso:
Perfetto in ogni parametro tecnico, ma in estetica è imbattibile . mia arma migliore nei videogames e nel softair
Il più bel fucile che abbia mai visto
Un mitragliatore spettacolare, il migliore per iniziare a giocare a softair
eccetera
eccetera
eccetera
Ma dopo nemmeno due mesi molti compratori rivendevano il proprio Masada. Ma perchè? Perchè era la moda.
LA DIFFERENZA TRA ESTETICA E FUNZIONE Per quanto io abbia preferenze di estetica sono ben lungi dal dire che un'arma è meglio di un altra prima di aver visto chi la utilizzerà. Vuoi iniziare a giocare? Beh inizia con un fucile che te lo permetta, magari sarete spinti dalla moda dei videogiochi, dei film e dell'estetica ma prima di spendere 500€ e passa euro provateli da qualcuno che li ha già, imbracciateli, saggiateli, teneteveli un pò al fianco. I fucili sono un pò come le donne: Se sono solo belli non ci fate un'emerita mazza. Se parliamo di estetica avremmo senza dubbio come nota positiva la serie G36 (che personalmente adoro), la serie AUG (sopratutto gli ultimi fratellini), la serie ACR perchè no e la serie PTW e i nuovi FAL poi in sordina passano i Colt e gli AK che senza dubbio vengono schiaffati agli ultimi posti perchè in effetti brutti, e quello è innegabile, sono brutti. Ma tra questi quali preserisco usare? Gli AK ebbene si. E in effetti uso certi ferracci quando gioco che tutti storcerebbero il naso alla fin fine ma lo faccio perchè sono comodi, quello mi serve.
Ma comodi perchè? Vi chiederete.
Perchè il fucile deve essere adatto e per esserlo dovremmo analizzare dei parametri ben precisi. Certo se giocate con caricatori da 6000 bb bianchi sparando nubi di pallini senza mirare ma solo saturando colli e montagne è un'altra faccenda ma ammettiamo che non facciate i bimbominchia ma che siate tecnici e concreti.
Le tacche di mira.
Una buona carabina, fucile d'assalto, mitragliatrice et similia per essere veramente comoda deve avere un sistema di puntamento intuitivo e comodo. Facciamo deli esempi: Colt M4, M14, AK 47, Fa Mas, FAL, Guardateli un pò, poi proseguite nella lettura.
Che avete notato? Che alcuni sono fighi ok... Poi? Che sono tutti molto diversi e sopratutto che hanno due cose fondamentali che li contraddistinguono, ma cosa? In primo luogo le tacche di mira e poi il calcio. Le tacche di mira sono la parte principale di questo articolo perchè definiscono quanto una ASG sia veloce nel puntamento. E come si determina quanto sia intuitiva e veloce? Per capirlo è necessario provarle ma ve lo spiegherò brevemente. In primis quella posteriore deve essere avanzata perchè più è vicina alla mano che sorregge il fucile (e quindi a quella anteriore) e più sarà veloce il puntamento e in secondo luogo deve essere "spaccata" ovvero una tacca che si collima con un asticella e non un cerchietto con un asticella o un foro con un altro foro o una tacca con un foro e via così e sopratutto devono essere all'incirca da metà fucile al frangifiamma cosicchè non ci troveremo obbligati ad allineare con fatica la testa alla mano che lo impugna e a sollevare la punta per allinearlo. Quindi già da questa prima analisi noteremo quanto segue:
In quelli elencati quindi intuiremo che i più istintivi sono l'AK47 e L85, chi lo avrebbe detto? Proprio i più brutti (anche se a parere mio anche il FaMAs si presta bene ma in quel caso la mia preferenza è data dalla lunghezza del mio avambraccio che mi permnette di imbracciarlo comodamente.
Per quanto riguarda il calcio direi che è fondamentale. Un calcio dritto e troppo lungo o tozzo diverrebbe presto scomodo e stancante o addirittura limitante per l'operatore in quanto potrebbe essere eccessivo per la lunghezza totale delle braccia di chi lo porta e quindi inutilizzabile. Osservando questo potremmo dire che il migliore in assoluto da quel punto di vista è il COLT, senza nemmeno pensarci troppo su, regolabile in lunghezza, a volte in alzo e del tutto personalizzabile per quanto riguarda adattabilità e "abbattibilità" per meglio trasportarlo o stoccarlo se necessario. Quindi ci troviamo con un comodissimo calcio Colt, una pensata eccezionale quella del tubo che ha raggiunto l'apice con il tubo abbattibile. Anche calci inscatolati come quelli dell'L85 e del Fa mas trovano facilmente degli amatori, tuttavia troviamo comodi anche i calci inclinati dell'AK 45 se imbracciato e quello dell'M14 per le posizioni di tiro. Insomma Il calcio è OGGETTIVO per quanto riguarda l'uso e sopratutto la lunghezza delle vostre braccia. Altro dato fondamentale è il peso. E' inutile se siete dei mingherlini poco preparati mettervi in testa di imbracciare una M60 e andare alla ventura, vi rovinereste una giornata.
UN FATTORE DI PRECISIONE Se prendete un qualsiasi fucile noterete che la cosa che subito salta all'occhio è la lunghezza della canna. Il principio del fucile vero è lo stesso che per i nostri. Una canna lunga e prestante è meglio di una corta e grezza. Quindi possiamo dire che la precisione di una nostra replica è relativa alla lunghezza della canna? NI. PErchè è relativa alla lunghezza della canna INTERNA che ovviamente scorre dentro quella esterna. Osservate:
Quello che vedete è la posizione dell'hop up e la lunghezza della canna interna. Ciò determina una cosa chiara. Il miglior rapporto compattezza/canna interna è dato dal FA MAS, dal L85 e da fucili che chiaramente sono lunghi di loro. Se volete giocare realmente di precisione ma con canne corte le principali scelte da ponderare sono lo steyr AUG, l'85 e il Fams e tutti quei fucili che hanno il sistema bullpup dato che in quella maniera l'hop up permette di far scorrere la canna tutta dentro la replica permettendo a sua volta una notevole precisione.
I CONSIGLI DELL'ESPERTO Non vi fidate del consiglio "E' meglio questo di quello". Assolutamente, potete chiedere se è meglio un M4 cqb di un M4 ris o un AK 47 di un AK47S o U ma mai permettere di dire che un fucile è meglio dell'altro se sono di tipo differente, sarete voi a dirlo imbracciandolo e provandolo, tanto alla fine qualcuno che li presta per un game o un negozio che vi permette di tenerlo in braccio e saggiarlo si trova sempre! Spero di essere stato utile ragazzi, buon divertimento e ricordate:
Noi giochiamo a fare la guerra, non facciamo la guerra per gioco.
venerdì 8 giugno 2012
Invecchiamento AK 47
C'era una volta un AK47 Cyma.
C'era una volta. Si perchè una volta che ne prendo in mano uno lo lascio alle spalle e lo trasformo, come è giusto che sia e come è chiaro che debba essere. L'AK in questione, nella sua più sfrenata e classica versione è un usato comprato un pò faticosamente che di per se non presentava grossi problemi. Una poca cura interna e qualche perdita del gruppo aria erano i problemi principali di questa replica "Ready to battle" che di per se una volta tolta dalla scatola da nuova è prontissima e perfetta per iniziare a giocare. Ma scendiamo un pò nel dettaglio tecnico del "Ferro".
L'ultimo Cyma che mi è capitato sotto mano è stato nel lontano 2003, agli arbori in pratica e rimasi sconcertato per quanto fosse terribile utilizzare una replica del genere (aveva addirittura il gear box di plastica ma aprendo questo mi sono rincuorato per molti versi. Certo, non si trattava certamente di un gear box professionale essendo un Cyma Shoot & recoil ma senza dubbio alcuno era più resistente e massiccio dell'antenato plasticoso, ad ogni modo l'ho preso e l'ho tolto. Punto. Al posto del Cyma avrei posto un gear box Classic Army, con terna della stessa marca, pistone e molla Systema, boccole cuscinettate e testa antivuoto, un buon spingipallino e dopo averlo spessorato a modo e ingrassato ho richiuso tutto (Ho avuto il magico "clack" subito sta volta! Starò mica diventando bravo?) tuttavia così facendo il coperchio della culatta non si chiudeva, disdetta! A quel punto ho controllato e sistemato quelo che già c'era; controllato il gruppo aria e ho provato qualche raffica, mi sono considerato contento solo cambiato anche il gommino dell' Hop Up. Eccellente, funziuonava, ma non mi sarei perso d'animo, appena avrò due minuti di fila per fare le cose con pazienza troverò il modo di metterci un gear box professionale. Il più delle modifiche però le ho fatte esternamente anche se alla fine non hanno cambiato assolutamente la forma estetica del fucile ma solo la sua "credibilità".
Dopo averlo completamente smontato pezzo per pezzo mi son dedicato al legno e dopo una profonda quanto lunga smerigliata per riportare a nudo il materiale (addirittura abbastanza buono oserei dire), l'ho ususrato dandogli un senso di vissuto strofinandolo senza troppo vigore su una parete grezza, dopodichè è stato spazzolato per bene e pulito con una pezzuola appena inumidita, infine ho reso il colore del legno definitivo con una miscela di impregnante professionale color Palissandro, dopo tre mani il risultato era accettabile. Se non altro era legno credibilmente usato e credibilmente lavorato. Un consiglio vivo per chi si cimenta in una cosa del genere è di dare la stessa mano con insistenza quasi la si volesse stendere più volte, quando vi renderete conto che è in via di asciugatura potrete riprendere con il sistema base, ovvero attendere un pò e stendere le mani successive.
Il metallo si è rivelato un pò più bastardo, premettendo che senza alcun dubbio era alluminio e una lega pressocchè sconosciuta in almeno due parti del fucile mi sono dovuto accontentare di un momentaneo carteggio e invecchiamento "storico". Da notare che delta di mira, canna, riceiver, body e coperchio di culatta sono di materiali diversi riunibili per somiglianze in tre gruppi, ma è un problema pressocchè relativo se prendiamo in considerazione che comunque il fucile DEVE avere l'aspetto di un rudere usato e usurato, come quelli nelle foto di esempio. Dunque via. Inizia l'avventura dello sverniciamento e della brunitura.
Per quanto riguarda il metallo la soluzione più indolore ed economica è stata la paglietta metallica, si proprio quella che si usa in cucina. Un volta presi i singoli pezzi ho iniziato a carteggiarli con la spugnetta in modo da mettere in risalto i dettagli in rilievo e indebolendo allo stesso tempo la laccatura delle superfici piane, otterremo così un fucile con tutti i dettagli in risalto (le zone di massima usura) e le parti meno sporgenti più scure. Una prima occhiata però non mi dava un buon senso di reale e quindi l'ho scrosta tutta con uno sverniciatore in gel multimateriale, badate bene di smontare intermanete il fucile quando andrete a fare una cosa del genere! Una goccia di quel gel sul gear box o NEL gear box o nell'hop hup potrebbe rivelarsi letale per il corretto funzionamento del fucile. A quel punto il risultato era metallo puro argenteo! Malgrado fosse possibile rendere il fucile brunito con del "Blue" per fucili ho preferito fare delle prove meno aggressive e profonde iniziando un lavoretto basato sul brunitore classico per fucili. Ogni volta che stenderete il prodotto fate attenzione perchè inizialmente apparirà ARANCIONE e BLU. Non allarmatevi e aspettate l'asciugatura per riprendere poi una seconda mano ed eventualmente una terza e se non foste soddisfatti una quarta e via così. Dopo quattro passate sulle zone meno soggette alle intemperie circa il risultato è accettabile e mi considero soddisfatto, la culatta e il recpero gas hanno solo una mano e "mezza" per lasciare l'ossido color arancio e quel tono di sciupato.
Quello che vedete all fine è un buon risultato che trasforma un giocattolo in una replica accettabile sia meccanicamente che esteticamente pronta alla prova del campo in tutto il suo classico e sfrenato splendore.
Una replica pronta alla vendita da 180€ circa.
Note sull'AK 47
Che sia brutto è innegabile, l'AK47 è un fucile che esteticamente fa storcere il naso ma che una volta provato lo si ama follemente. contro ogni aspettativa è leggero, maneggevole, è comodo, sottile, è basso, ha una mira molto istintiva e una struttura molto robusta se comprato di una marca credibile in metallo. Alla fine ci si fa quasi l'abitudine e si scopre quanto un AK 47 faccia parte dei fucili "preferiti" e perchè molti operatori reali lo scelgano per quasi tutti i teatri di guerra (calibro e manutenzione a parte dato che nel nostro caso non c'è differenza tra replica e replica). L'unica cosa che mi rincresce che dal modello che ho preso mancavano elementi, insomma il venditore poco onestamente o in buona fede mi portò questo fucile con sei viti in meno, un calciolo senza guida, senza perno di ritegno del paramano, insomma, abbastanza maltrattato. A me i fucili così non piacciono. Li cullo, li coccolo, li faccio rinascere e infatti eccolo qui. Come è giusto che sia.
UN PO' DI STORIA
Avtomat Kalašnikova obrazca 1947 goda (dal russo Автомат Калашникова образца 1947 года: fucile automatico Kalašnikov modello 1947), meglio noto come AK-47, è un fucile d'assalto progettato appunto nel 1947 da Michail Timofeevič Kalašnikov, allora sottufficiale dell'Armata Rossa dell'Unione Sovietica.
L'AK-47 o, come è popolarmente noto, "Kalashnikov" (in traslitterazione anglosassone) fu il capofila di una vastissima serie di armi ispirate alle sue concezioni meccaniche, balistiche e d'impiego, per lo più adottate da paesi in qualche misura legati all'Unione Sovietica.
È stato affermato che non meno di 50 eserciti regolari lo adottino come arma d'ordinanza e che ne siano stati prodotti più di 100 milioni di esemplari. La sua robustezza e semplicità ne hanno fatto un'arma popolare anche tra i soldati di quelle nazioni che usano armi diverse dall'AK 47 (M16, G3, M14).
In Italia, viene spesso utilizzato da criminali, poiché è facilmente reperibile sul mercato clandestino, come "residuato bellico" dei vari conflitti che hanno accompagnato la dissoluzione della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia.
Consci del potere della suggestione e del valore tecnologico dell'arma, i sovietici fecero circolare, durante la guerra fredda, una leggenda sulle modalità della sua ideazione.
Secondo la versione "ufficiale", il sergente dei carristi Kalašnikov, ferito durante la seconda guerra mondiale, nel suo letto d'ospedale avrebbe a lungo riflettuto sulla possibilità di realizzare un'arma che potesse garantire all'Unione Sovietica un'adeguata supremazia d'armamento. Una seconda versione afferma che l'idea fosse quella di dotare di un'arma efficace i carristi rimasti appiedati, in modo di permettere loro di dare supporto alla fanteria. Avendo saputo che i comandi strategici del Cremlino erano alla ricerca di un'arma da breve raggio che potesse usare una cartuccia di calibro 7,62 mm, già usata per il poco soddisfacente Simonov SKS, avrebbe subito pensato alla possibilità di realizzare qualcosa di simile all'StG-44, lo strabiliante Sturmgewehr tedesco nel frattempo messo in campo, mantenendone le qualità e correggendone i difetti.
La CIA, ribatté che la leggenda fosse pura propaganda, sostenendo che si cercasse di sfruttare il nome di un eroe di guerra per ammantare di sentimenti idealistici una frenetica ricerca condotta da diversi gruppi di armaioli; comunque la ricerca, anche secondo gli americani, puntava a costruire l'arma intorno al calibro, ed il progetto fu sviluppato con questo preciso obiettivo.
L'AK-47 è particolarmente all'avanguardia relativamente agli anni del suo sviluppo ed entrata in servizio. Prende molte delle sue soluzioni tecniche dallo StG-44 (o MP44) del quale costituisce, secondo alcuni, l'evoluzione. Il sistema di presa di gas dell'AK-47 è posto superiormente alla canna poco oltre la metà della lunghezza di questa e connesso diagonalmente, spesso ai lati sono presenti 4 fori per lo sfogo del gas eccedente, all'interno trova posto il pistone che produce l'arretramento dell'otturatore.
Canna
La canna dell'AK-47 è — nella configurazione standard — lunga 414 mm (senza eventuale compensatore), le rigature sono 4 con andamento destrorso, la tecnica di rigatura è variabile e possono trovarsi esecuzioni per brocciatura (intaglio a punto singolo con broccia elicoidale) oppure per rotomartellatura. La foratura della canna degli AK-47 è varia, vista la molteplicità delle produzioni: generalmente si può affermare che (con buona pace della dicitura del calibro) la normale foratura è 310 millesimi di pollice.
Meccanismo di sparo Spaccato dell'AK-47 illustrante la sua meccanica Poche armi hanno esercitato un'influenza culturale quanto l'AK-47. Nell'immagine, il fucile è riprodotto sulla bandiera del Mozambico. In alcuni paesi africani, è diffuso il nome proprio "Kalash", diminutivo di Kalashnikov.
La catena di scatto si distingue per semplicità e funzionalità. Essa si basa sull'azione di tre denti d'arresto sul cane (infatti l'arma ha un sistema di percussione indiretto con cane interno). Il dente d'arresto e quello disconnettore sono automaticamente azionati dal grilletto mentre il dente ritardatore è attivato dal movimento del portaotturatore.
Il dente ritardatore funge da dispositivo di sicurezza in quanto evita che il cane possa colpire il percussore se non ad otturatore chiuso; il dente disconnettore può venir bloccato da un'appendice del selettore (prevenendo così il riaggancio del cane fino a grilletto premuto).
Organi di mira
Le mire del Kalašnikov sono di tipo aperto e pertanto assimilabili a quelle tradizionalmente adottate dalle forze armate russe dal 1891 su praticamente ogni arma leggera. Esse sono formate da un mirino e da una tacca di mira. La tacca di mira è installata su di un alzo tangente graduato in metri e con un fondo scala di 800 m, il mirino invece è formato da un piolo inserito su una struttura vicino alla volata della canna ed è protetto da due generose alette laterali. Per il tiro notturno sono in dotazione tacca di mira e mirino fosforescenti agganciabili rapidamente alle corrispondenti parti dell'arma.
Caricatore Per la sua diffusione universale, l'AK-47 è "materia di studio" per le truppe speciali di tutto il mondo.
Il sistema di alimentazione del Kalašnikov è formato da un caricatore bifilare[6] dalla capienza di 20/30 cartucce. I caricatori sono realizzati in lamiera stampata e hanno forma ricurva (detta anche a banana), con un sistema di aggancio estremamente robusto, composto da un attacco anteriore e uno posteriore.
Dietro alla sede del caricatore si trova il relativo pulsante di sgancio, che ritrae l'attacco posteriore svincolando il pezzo. Castello
Il castello è probabilmente una delle parti più interessanti dell'arma.
La prima versione dell'AK-47, montante un castello stampato, si rivelò un fiasco visti i problemi di accoppiamento tra le parti macchinate (fresate) e quelle stampate. Così dopo pochissimo tempo i russi cominciarono la produzione di un castello in acciaio ricavato dal pieno, proprio per questo l'AK pesa 4,3 kg scarico, nonostante ciò la lamiera stampata tornò con l'introduzione dell'AKM, versione più diffusa di questa arma. Il castello è aperto superiormente, l'apertura viene chiusa da un elemento in lamiera stampata che contribuisce a contenere la molla di recupero del portaotturatore.
Calcio
Il calcio è solitamente realizzato in legno come l'astina guardamano e l'impugnatura, sono comunque ugualmente comuni versioni dotate di un calcio pieghevole a stampella (AKS) realizzato per saldatura di tubi di acciaio. Le finiture sono solitamente una brunitura chimica oppure una parkerizzazione[8] al biossido di manganese per le parti metalliche eccetto per l'otturatore che viene lucidato (negli AKM anche l'otturatore è parkerizzato). Le parti lignee invece sono verniciate, la presa di gas, la canna e tutte le parti a contatto coi gas sono cromate a spessore per aumentarne la resistenza in condizioni ostili e con munizionamento corrosivo.
Compensatore
L'AK-47 non ha compensatore. Sull'AKM è stato escogitato un sistema per compensare la tendenza dell'arma a impennare a destra in alto durante il fuoco automatico: la volata è stata tagliata nella sua parte superiore leggermente sulla destra. In questo modo i gas di sparo, uscendo, imprimono una spinta intesa a stabilizzare la direzione del fucile, contrastando l'impennamento. Volata del fucile d'assalto AKM. Si noti il freno di bocca obliquo a forma di "salame tagliato"
Lo spostamento è determinato dal fatto che il complesso otturatore-portaotturatore ha una massa molto rilevante ed è asimmetrico: il suo baricentro è spostato verso destra e quindi tende a spostare l'arma in questa direzione.
C'era una volta. Si perchè una volta che ne prendo in mano uno lo lascio alle spalle e lo trasformo, come è giusto che sia e come è chiaro che debba essere. L'AK in questione, nella sua più sfrenata e classica versione è un usato comprato un pò faticosamente che di per se non presentava grossi problemi. Una poca cura interna e qualche perdita del gruppo aria erano i problemi principali di questa replica "Ready to battle" che di per se una volta tolta dalla scatola da nuova è prontissima e perfetta per iniziare a giocare. Ma scendiamo un pò nel dettaglio tecnico del "Ferro".
L'ultimo Cyma che mi è capitato sotto mano è stato nel lontano 2003, agli arbori in pratica e rimasi sconcertato per quanto fosse terribile utilizzare una replica del genere (aveva addirittura il gear box di plastica ma aprendo questo mi sono rincuorato per molti versi. Certo, non si trattava certamente di un gear box professionale essendo un Cyma Shoot & recoil ma senza dubbio alcuno era più resistente e massiccio dell'antenato plasticoso, ad ogni modo l'ho preso e l'ho tolto. Punto. Al posto del Cyma avrei posto un gear box Classic Army, con terna della stessa marca, pistone e molla Systema, boccole cuscinettate e testa antivuoto, un buon spingipallino e dopo averlo spessorato a modo e ingrassato ho richiuso tutto (Ho avuto il magico "clack" subito sta volta! Starò mica diventando bravo?) tuttavia così facendo il coperchio della culatta non si chiudeva, disdetta! A quel punto ho controllato e sistemato quelo che già c'era; controllato il gruppo aria e ho provato qualche raffica, mi sono considerato contento solo cambiato anche il gommino dell' Hop Up. Eccellente, funziuonava, ma non mi sarei perso d'animo, appena avrò due minuti di fila per fare le cose con pazienza troverò il modo di metterci un gear box professionale. Il più delle modifiche però le ho fatte esternamente anche se alla fine non hanno cambiato assolutamente la forma estetica del fucile ma solo la sua "credibilità".
Dopo averlo completamente smontato pezzo per pezzo mi son dedicato al legno e dopo una profonda quanto lunga smerigliata per riportare a nudo il materiale (addirittura abbastanza buono oserei dire), l'ho ususrato dandogli un senso di vissuto strofinandolo senza troppo vigore su una parete grezza, dopodichè è stato spazzolato per bene e pulito con una pezzuola appena inumidita, infine ho reso il colore del legno definitivo con una miscela di impregnante professionale color Palissandro, dopo tre mani il risultato era accettabile. Se non altro era legno credibilmente usato e credibilmente lavorato. Un consiglio vivo per chi si cimenta in una cosa del genere è di dare la stessa mano con insistenza quasi la si volesse stendere più volte, quando vi renderete conto che è in via di asciugatura potrete riprendere con il sistema base, ovvero attendere un pò e stendere le mani successive.
Il metallo si è rivelato un pò più bastardo, premettendo che senza alcun dubbio era alluminio e una lega pressocchè sconosciuta in almeno due parti del fucile mi sono dovuto accontentare di un momentaneo carteggio e invecchiamento "storico". Da notare che delta di mira, canna, riceiver, body e coperchio di culatta sono di materiali diversi riunibili per somiglianze in tre gruppi, ma è un problema pressocchè relativo se prendiamo in considerazione che comunque il fucile DEVE avere l'aspetto di un rudere usato e usurato, come quelli nelle foto di esempio. Dunque via. Inizia l'avventura dello sverniciamento e della brunitura.
Per quanto riguarda il metallo la soluzione più indolore ed economica è stata la paglietta metallica, si proprio quella che si usa in cucina. Un volta presi i singoli pezzi ho iniziato a carteggiarli con la spugnetta in modo da mettere in risalto i dettagli in rilievo e indebolendo allo stesso tempo la laccatura delle superfici piane, otterremo così un fucile con tutti i dettagli in risalto (le zone di massima usura) e le parti meno sporgenti più scure. Una prima occhiata però non mi dava un buon senso di reale e quindi l'ho scrosta tutta con uno sverniciatore in gel multimateriale, badate bene di smontare intermanete il fucile quando andrete a fare una cosa del genere! Una goccia di quel gel sul gear box o NEL gear box o nell'hop hup potrebbe rivelarsi letale per il corretto funzionamento del fucile. A quel punto il risultato era metallo puro argenteo! Malgrado fosse possibile rendere il fucile brunito con del "Blue" per fucili ho preferito fare delle prove meno aggressive e profonde iniziando un lavoretto basato sul brunitore classico per fucili. Ogni volta che stenderete il prodotto fate attenzione perchè inizialmente apparirà ARANCIONE e BLU. Non allarmatevi e aspettate l'asciugatura per riprendere poi una seconda mano ed eventualmente una terza e se non foste soddisfatti una quarta e via così. Dopo quattro passate sulle zone meno soggette alle intemperie circa il risultato è accettabile e mi considero soddisfatto, la culatta e il recpero gas hanno solo una mano e "mezza" per lasciare l'ossido color arancio e quel tono di sciupato.
Quello che vedete all fine è un buon risultato che trasforma un giocattolo in una replica accettabile sia meccanicamente che esteticamente pronta alla prova del campo in tutto il suo classico e sfrenato splendore.
Una replica pronta alla vendita da 180€ circa.
Note sull'AK 47
Che sia brutto è innegabile, l'AK47 è un fucile che esteticamente fa storcere il naso ma che una volta provato lo si ama follemente. contro ogni aspettativa è leggero, maneggevole, è comodo, sottile, è basso, ha una mira molto istintiva e una struttura molto robusta se comprato di una marca credibile in metallo. Alla fine ci si fa quasi l'abitudine e si scopre quanto un AK 47 faccia parte dei fucili "preferiti" e perchè molti operatori reali lo scelgano per quasi tutti i teatri di guerra (calibro e manutenzione a parte dato che nel nostro caso non c'è differenza tra replica e replica). L'unica cosa che mi rincresce che dal modello che ho preso mancavano elementi, insomma il venditore poco onestamente o in buona fede mi portò questo fucile con sei viti in meno, un calciolo senza guida, senza perno di ritegno del paramano, insomma, abbastanza maltrattato. A me i fucili così non piacciono. Li cullo, li coccolo, li faccio rinascere e infatti eccolo qui. Come è giusto che sia.
UN PO' DI STORIA
Avtomat Kalašnikova obrazca 1947 goda (dal russo Автомат Калашникова образца 1947 года: fucile automatico Kalašnikov modello 1947), meglio noto come AK-47, è un fucile d'assalto progettato appunto nel 1947 da Michail Timofeevič Kalašnikov, allora sottufficiale dell'Armata Rossa dell'Unione Sovietica.
L'AK-47 o, come è popolarmente noto, "Kalashnikov" (in traslitterazione anglosassone) fu il capofila di una vastissima serie di armi ispirate alle sue concezioni meccaniche, balistiche e d'impiego, per lo più adottate da paesi in qualche misura legati all'Unione Sovietica.
È stato affermato che non meno di 50 eserciti regolari lo adottino come arma d'ordinanza e che ne siano stati prodotti più di 100 milioni di esemplari. La sua robustezza e semplicità ne hanno fatto un'arma popolare anche tra i soldati di quelle nazioni che usano armi diverse dall'AK 47 (M16, G3, M14).
In Italia, viene spesso utilizzato da criminali, poiché è facilmente reperibile sul mercato clandestino, come "residuato bellico" dei vari conflitti che hanno accompagnato la dissoluzione della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia.
Consci del potere della suggestione e del valore tecnologico dell'arma, i sovietici fecero circolare, durante la guerra fredda, una leggenda sulle modalità della sua ideazione.
Secondo la versione "ufficiale", il sergente dei carristi Kalašnikov, ferito durante la seconda guerra mondiale, nel suo letto d'ospedale avrebbe a lungo riflettuto sulla possibilità di realizzare un'arma che potesse garantire all'Unione Sovietica un'adeguata supremazia d'armamento. Una seconda versione afferma che l'idea fosse quella di dotare di un'arma efficace i carristi rimasti appiedati, in modo di permettere loro di dare supporto alla fanteria. Avendo saputo che i comandi strategici del Cremlino erano alla ricerca di un'arma da breve raggio che potesse usare una cartuccia di calibro 7,62 mm, già usata per il poco soddisfacente Simonov SKS, avrebbe subito pensato alla possibilità di realizzare qualcosa di simile all'StG-44, lo strabiliante Sturmgewehr tedesco nel frattempo messo in campo, mantenendone le qualità e correggendone i difetti.
La CIA, ribatté che la leggenda fosse pura propaganda, sostenendo che si cercasse di sfruttare il nome di un eroe di guerra per ammantare di sentimenti idealistici una frenetica ricerca condotta da diversi gruppi di armaioli; comunque la ricerca, anche secondo gli americani, puntava a costruire l'arma intorno al calibro, ed il progetto fu sviluppato con questo preciso obiettivo.
L'AK-47 è particolarmente all'avanguardia relativamente agli anni del suo sviluppo ed entrata in servizio. Prende molte delle sue soluzioni tecniche dallo StG-44 (o MP44) del quale costituisce, secondo alcuni, l'evoluzione. Il sistema di presa di gas dell'AK-47 è posto superiormente alla canna poco oltre la metà della lunghezza di questa e connesso diagonalmente, spesso ai lati sono presenti 4 fori per lo sfogo del gas eccedente, all'interno trova posto il pistone che produce l'arretramento dell'otturatore.
Canna
La canna dell'AK-47 è — nella configurazione standard — lunga 414 mm (senza eventuale compensatore), le rigature sono 4 con andamento destrorso, la tecnica di rigatura è variabile e possono trovarsi esecuzioni per brocciatura (intaglio a punto singolo con broccia elicoidale) oppure per rotomartellatura. La foratura della canna degli AK-47 è varia, vista la molteplicità delle produzioni: generalmente si può affermare che (con buona pace della dicitura del calibro) la normale foratura è 310 millesimi di pollice.
Meccanismo di sparo Spaccato dell'AK-47 illustrante la sua meccanica Poche armi hanno esercitato un'influenza culturale quanto l'AK-47. Nell'immagine, il fucile è riprodotto sulla bandiera del Mozambico. In alcuni paesi africani, è diffuso il nome proprio "Kalash", diminutivo di Kalashnikov.
La catena di scatto si distingue per semplicità e funzionalità. Essa si basa sull'azione di tre denti d'arresto sul cane (infatti l'arma ha un sistema di percussione indiretto con cane interno). Il dente d'arresto e quello disconnettore sono automaticamente azionati dal grilletto mentre il dente ritardatore è attivato dal movimento del portaotturatore.
Il dente ritardatore funge da dispositivo di sicurezza in quanto evita che il cane possa colpire il percussore se non ad otturatore chiuso; il dente disconnettore può venir bloccato da un'appendice del selettore (prevenendo così il riaggancio del cane fino a grilletto premuto).
Organi di mira
Le mire del Kalašnikov sono di tipo aperto e pertanto assimilabili a quelle tradizionalmente adottate dalle forze armate russe dal 1891 su praticamente ogni arma leggera. Esse sono formate da un mirino e da una tacca di mira. La tacca di mira è installata su di un alzo tangente graduato in metri e con un fondo scala di 800 m, il mirino invece è formato da un piolo inserito su una struttura vicino alla volata della canna ed è protetto da due generose alette laterali. Per il tiro notturno sono in dotazione tacca di mira e mirino fosforescenti agganciabili rapidamente alle corrispondenti parti dell'arma.
Caricatore Per la sua diffusione universale, l'AK-47 è "materia di studio" per le truppe speciali di tutto il mondo.
Il sistema di alimentazione del Kalašnikov è formato da un caricatore bifilare[6] dalla capienza di 20/30 cartucce. I caricatori sono realizzati in lamiera stampata e hanno forma ricurva (detta anche a banana), con un sistema di aggancio estremamente robusto, composto da un attacco anteriore e uno posteriore.
Dietro alla sede del caricatore si trova il relativo pulsante di sgancio, che ritrae l'attacco posteriore svincolando il pezzo. Castello
Il castello è probabilmente una delle parti più interessanti dell'arma.
La prima versione dell'AK-47, montante un castello stampato, si rivelò un fiasco visti i problemi di accoppiamento tra le parti macchinate (fresate) e quelle stampate. Così dopo pochissimo tempo i russi cominciarono la produzione di un castello in acciaio ricavato dal pieno, proprio per questo l'AK pesa 4,3 kg scarico, nonostante ciò la lamiera stampata tornò con l'introduzione dell'AKM, versione più diffusa di questa arma. Il castello è aperto superiormente, l'apertura viene chiusa da un elemento in lamiera stampata che contribuisce a contenere la molla di recupero del portaotturatore.
Calcio
Il calcio è solitamente realizzato in legno come l'astina guardamano e l'impugnatura, sono comunque ugualmente comuni versioni dotate di un calcio pieghevole a stampella (AKS) realizzato per saldatura di tubi di acciaio. Le finiture sono solitamente una brunitura chimica oppure una parkerizzazione[8] al biossido di manganese per le parti metalliche eccetto per l'otturatore che viene lucidato (negli AKM anche l'otturatore è parkerizzato). Le parti lignee invece sono verniciate, la presa di gas, la canna e tutte le parti a contatto coi gas sono cromate a spessore per aumentarne la resistenza in condizioni ostili e con munizionamento corrosivo.
Compensatore
L'AK-47 non ha compensatore. Sull'AKM è stato escogitato un sistema per compensare la tendenza dell'arma a impennare a destra in alto durante il fuoco automatico: la volata è stata tagliata nella sua parte superiore leggermente sulla destra. In questo modo i gas di sparo, uscendo, imprimono una spinta intesa a stabilizzare la direzione del fucile, contrastando l'impennamento. Volata del fucile d'assalto AKM. Si noti il freno di bocca obliquo a forma di "salame tagliato"
Lo spostamento è determinato dal fatto che il complesso otturatore-portaotturatore ha una massa molto rilevante ed è asimmetrico: il suo baricentro è spostato verso destra e quindi tende a spostare l'arma in questa direzione.
martedì 29 maggio 2012
Franchi SAS 12 ASG
Il mondo del softair ci offre ogni giorno delle novità, alcune passano in sordina mentre altre diventano dei classici, molte solo per amatori e potremmo dire che per quanto riguarda quelle che noi amiamo chiamare armi esitono le stesse identiche preferenze che per gli operatori reali li portano a scegliere un Colt piuttosto che un AK o un H&K fiuttosto che un FN ma c'è un tipo di arma molto divertente e sofisticata da usare che viene tenuta nei cassetti e nei dimenticatoi da sempre.
I Fucili a Pompa.
I fucili a pompa stanno all'assaltatore quanto un VSR sta ad un cecchino. I fucili a pompa infatti si muovono sulla stessa linea di utilizzo, ha le stesse probabilità di colpire ma spara in effetti tre colpi (di solito) anzichè uno. Beh posso dire con sicurezza che sono tra le armi più divertenti che ho provato ma anche, e sopratutto le più difficili da usare con efficacia. Ma allora perchè vengono usati così poco? Beh la risposta è semplice: caricatori da 30 pallini sparandone 3 alla volta contro un ragazzotto qualunque con un caricatore da 300 che ne spara 10 in 3 secondi circa, lo scontro sembra impari ma è proprio qui che entra in gioco l'abilità operativa, per me diciamo che non ci sono troppe differenze di utilizzo dal fucile d'assalto che uso di solito, ho utilizzato quasi da sempre infatti fucili molto precisi con roof parecchio reali e con caricatori con una capienza reale o come massimo da 100 colpi, quindi la tecnica è la stessa e sopratutto sta qui il punto di forza dei congegni a pompa... Sono precisi.
In questa recensione metterò a confronto 3 marche che ho avuto il piacere di provare nel corso dell'ultimo anno: Tanaka, ASG e Marui con effetti strabilianti.
TANAKA ovvero: non sempre il prezzo vale la qualità. Il tanaka che ho avuto l'estremo piacere di provare era un vero ariete, divertentissimo quanto reale, dieci cartucce, cinque pallini a cartuccia, ogni colpo spingeva fuori cinque pallini in una rosa di massimo 50/100 cm ad una distanza di 20 metri, vediamo però... Cosa c'è di strano sulla mia ultima affermazione? Avrete notato la quantità di pallini, la gittata e la precisione senza dubbio e questo può significare solo una cosa... Overjoule ossia pericoloso, non serviva certamente un cronografo per stabilirlo, era EVIDENTISSIMO. Il fucile però era di pesantissimo acciaio, legno di faggio perfetto, un vero fucile a pompa a gas, un gusto da usare ma con il difettaccio che ad ogni colpo una cartuccia vuota volava fuori e questo è un problema dato che una cartuccia esausta per un .12 vero costa circa 10 o 20 centesimi mentre per un tanaka 5.00 €, perderne un paio potrebbe essere un vero guaio... Poi insomma...E' a gas no? E vi immaginate ad andare in giro con serbatoi di gas (vanno nel calcio) abbastanza scomodi e chiaramente fragili? Per quanto lo schioppo fosse davvero bellissimo probabilmente lo potrete usare per delle gare di tiro, per tirare giù barattoli in giardino (bucandoli banda-banda) e per allenarvi nel CQB contro delle sagome perchè ve lo dico per esperienza... Fa fottutamente male...
ASG ovvero: uno strano low cost La ASG produce armi da softair con licenza ufficiale delle case di produzione reali, utilizza materiali spettacolari e le assembla in maniera impeccabile usando grassi e olii di prima qulità anche se utilizzando schemi di smontaggio un pò ostici ma non per questo mi sentirei di suggerire un elettrico di questa marca. Un Colt della ASG non si è dimostrato compatibile con caricatori Marui, D-Boys, Cyma, Star, tuttavia i loro prodotti ad aria compressa come ad esempio i cloni dei VSR e dei Franchi SAS e SPAS si adattano perfettamente a cartucce di tutte le marche... Oiboh. Per le mani mi capitò anni addietro lo SPAS-12 senza calcio e di recente il Franchi SAS 12. Il primo fu un pò deludente perchè aveva canne molto corte e quindi una precisione molto limtata, tuttavia il seguente tentativo si è rivelato divertentissimo... Il Franchi SAS 12. Il fucile di Resident Evil 2 per intenderci anche se in quel caso era il Benelli Super 90. Solido, robusto, colore un pò pessimo ma è stata la prima cosa che ho ridato ottenendo così un bel fucile nero opaco con grip di armamento e impugnatura gommata! Il primo test mi strappò dalla bocca questa afermazione:
-Ma che cazzo di merda è?-
I pallini facevano massimo dieci metri aprendosi come delle palline di polistirolo lanciate da un bambino con una precisione di messe in sagoma di 1 metro dal punto mirato... Porca zozza... Smonto, ingrasso, controllo il grasso, l'olio, pulisco tutto, tolgo la molla e metto una m90 per essere sicuri e mentre rimonto tutto cosa noto? La bustina dei pallini che utilizzavo (quelli inclusi nella confezione...) e cosa leggo? 0.12... ZERO DODICI? Ovvio che volavano così... Ok, rimonto tutto e ci riprovo con dei 0.25 Bio della XXXXX e il risultato fu sconcertante. Bellissimo. Tre pallini alla volta in sagoma di 1 metro da dieci metri, un bel risultato se lo analizziamo per quello che costa e la notevole qualità dei materiali.
MARUI: Come sbagliarsi? Sembra scontato dirlo ma la Marui si distingue sempre, nulla da dire sui materiali (anche se lo sportellino di carico magari sarebbe stato meglio metallico, cosa che nella ASG era di serie), nulla da dire sulla meccanica e nemmeno sul funzionamento, certamente il prezzo è di media più alto degli altri prodotti della serie ma è un sacrificio fattibile no? Non posso dire altro perchè i test sono stati davvero entusiasmanti e competeva testa a testa con l'ASG anche se certamente più maneggevole dato il calcio corto e la molla di armamento più docile, tuttavia sembravano due fratellini. Unica note di merito: Canne più corte ma stessa precisione delle lunghe della ASG e quindi una cura maggiore nella costruzione.
TECNICA E APPREZZAMENTO Se volete giocare con il fucile a pompa dovete ragionare come un assaltatore armato di tre VSR. Quindi movimenti rapidi, solo se necessari, tiri sicuri, solo se certi di colpire il bersaglio, grand emobilità e braccia forti, e si perchè svuotare in un unica azione di fuoco tutti e 30 pallini (10 ripetizioni) è davvero stancante e svuotare 4 cartucce mi son reso conto che comporta una buon esercizio! Quindi usciamo dall'ottica che si tratti di un fucile da bimbominchia, tutt'altro! Si tratta di un fucile eccezionale ma che necessità di grande abilità e che quindi pochi possono avere il lusso di usare e poi, scusate il francesismo ma c'è da dire che è una goduria abbattere un avversario con il classico TA-TLACK.... BOM!
Conclusioni:
TANAKA
Realismo: 10/10
Materiali: 10/10
Meccanica: 6/10
Affidabilità: 7/10
Utilità: 4/10
Battuta di rito: Meglio un lanciagranate a quel punto.
ASG
Realismo: 8/10
Materiali: 9/10
Meccanica: 9/10
Affidabilità: 9/10
Utilità: 8/10
Battuta di rito: WOW!
MARUI
Realismo: 8/10
Materiali: 9/10
Meccanica: 10/10
Affidabilità: 9/10
Utilità: 9/10
Battuta di rito: La scelta del professionista.
MESSA A PUNTO E' evidente che nel Marui malgrado sia usato non ho dovuto fare assolutamente nulla. Provato e aperto giusto per una pulitina era praticamente perfetto anche se mi prodigherò per una custom a livello di verniciatura. Il fucile della ASG invece come detto poco sopra ha subito qualche interventino. Per prima cosa la molla, malgrado il fucile sia dotato di 2 molle (una di ritenzione e una di fuoco vero e proprio) mi sono limitato a cambiare solo quella principale mettendoci una M90 per asg elettriche raggiungendo così al cronografo i 0.98 di media sui tre pallini anche se c'è da dire che non è facilissimo cronografare una cosa del genere. Un ingrassamento dell'asta di armamento che purtroppo è di plastica anche se impossibile da rompere in quanto scorre dentro una sede molto stretta che non permette giochi di sorta. Testa del pistone dedicata e pistone fisso mi lasciano un pò basito ma non smbra avere perdite, insomma è una specie di pompa di bicicletta ad alta resistenza, quelle che si usavano per le gare di mountain bike per capirsi... Quindi ho verniciato con una vernice Coyote brown a Ral molto alto il calcio e il corpo del fucile avendo cura di mascherare il finto vano di espulsione bossoli, una riattatina alle tacche di mira e voillà lo shotgun è finito.
I Fucili a Pompa.
I fucili a pompa stanno all'assaltatore quanto un VSR sta ad un cecchino. I fucili a pompa infatti si muovono sulla stessa linea di utilizzo, ha le stesse probabilità di colpire ma spara in effetti tre colpi (di solito) anzichè uno. Beh posso dire con sicurezza che sono tra le armi più divertenti che ho provato ma anche, e sopratutto le più difficili da usare con efficacia. Ma allora perchè vengono usati così poco? Beh la risposta è semplice: caricatori da 30 pallini sparandone 3 alla volta contro un ragazzotto qualunque con un caricatore da 300 che ne spara 10 in 3 secondi circa, lo scontro sembra impari ma è proprio qui che entra in gioco l'abilità operativa, per me diciamo che non ci sono troppe differenze di utilizzo dal fucile d'assalto che uso di solito, ho utilizzato quasi da sempre infatti fucili molto precisi con roof parecchio reali e con caricatori con una capienza reale o come massimo da 100 colpi, quindi la tecnica è la stessa e sopratutto sta qui il punto di forza dei congegni a pompa... Sono precisi.
In questa recensione metterò a confronto 3 marche che ho avuto il piacere di provare nel corso dell'ultimo anno: Tanaka, ASG e Marui con effetti strabilianti.
TANAKA ovvero: non sempre il prezzo vale la qualità. Il tanaka che ho avuto l'estremo piacere di provare era un vero ariete, divertentissimo quanto reale, dieci cartucce, cinque pallini a cartuccia, ogni colpo spingeva fuori cinque pallini in una rosa di massimo 50/100 cm ad una distanza di 20 metri, vediamo però... Cosa c'è di strano sulla mia ultima affermazione? Avrete notato la quantità di pallini, la gittata e la precisione senza dubbio e questo può significare solo una cosa... Overjoule ossia pericoloso, non serviva certamente un cronografo per stabilirlo, era EVIDENTISSIMO. Il fucile però era di pesantissimo acciaio, legno di faggio perfetto, un vero fucile a pompa a gas, un gusto da usare ma con il difettaccio che ad ogni colpo una cartuccia vuota volava fuori e questo è un problema dato che una cartuccia esausta per un .12 vero costa circa 10 o 20 centesimi mentre per un tanaka 5.00 €, perderne un paio potrebbe essere un vero guaio... Poi insomma...E' a gas no? E vi immaginate ad andare in giro con serbatoi di gas (vanno nel calcio) abbastanza scomodi e chiaramente fragili? Per quanto lo schioppo fosse davvero bellissimo probabilmente lo potrete usare per delle gare di tiro, per tirare giù barattoli in giardino (bucandoli banda-banda) e per allenarvi nel CQB contro delle sagome perchè ve lo dico per esperienza... Fa fottutamente male...
ASG ovvero: uno strano low cost La ASG produce armi da softair con licenza ufficiale delle case di produzione reali, utilizza materiali spettacolari e le assembla in maniera impeccabile usando grassi e olii di prima qulità anche se utilizzando schemi di smontaggio un pò ostici ma non per questo mi sentirei di suggerire un elettrico di questa marca. Un Colt della ASG non si è dimostrato compatibile con caricatori Marui, D-Boys, Cyma, Star, tuttavia i loro prodotti ad aria compressa come ad esempio i cloni dei VSR e dei Franchi SAS e SPAS si adattano perfettamente a cartucce di tutte le marche... Oiboh. Per le mani mi capitò anni addietro lo SPAS-12 senza calcio e di recente il Franchi SAS 12. Il primo fu un pò deludente perchè aveva canne molto corte e quindi una precisione molto limtata, tuttavia il seguente tentativo si è rivelato divertentissimo... Il Franchi SAS 12. Il fucile di Resident Evil 2 per intenderci anche se in quel caso era il Benelli Super 90. Solido, robusto, colore un pò pessimo ma è stata la prima cosa che ho ridato ottenendo così un bel fucile nero opaco con grip di armamento e impugnatura gommata! Il primo test mi strappò dalla bocca questa afermazione:
-Ma che cazzo di merda è?-
I pallini facevano massimo dieci metri aprendosi come delle palline di polistirolo lanciate da un bambino con una precisione di messe in sagoma di 1 metro dal punto mirato... Porca zozza... Smonto, ingrasso, controllo il grasso, l'olio, pulisco tutto, tolgo la molla e metto una m90 per essere sicuri e mentre rimonto tutto cosa noto? La bustina dei pallini che utilizzavo (quelli inclusi nella confezione...) e cosa leggo? 0.12... ZERO DODICI? Ovvio che volavano così... Ok, rimonto tutto e ci riprovo con dei 0.25 Bio della XXXXX e il risultato fu sconcertante. Bellissimo. Tre pallini alla volta in sagoma di 1 metro da dieci metri, un bel risultato se lo analizziamo per quello che costa e la notevole qualità dei materiali.
MARUI: Come sbagliarsi? Sembra scontato dirlo ma la Marui si distingue sempre, nulla da dire sui materiali (anche se lo sportellino di carico magari sarebbe stato meglio metallico, cosa che nella ASG era di serie), nulla da dire sulla meccanica e nemmeno sul funzionamento, certamente il prezzo è di media più alto degli altri prodotti della serie ma è un sacrificio fattibile no? Non posso dire altro perchè i test sono stati davvero entusiasmanti e competeva testa a testa con l'ASG anche se certamente più maneggevole dato il calcio corto e la molla di armamento più docile, tuttavia sembravano due fratellini. Unica note di merito: Canne più corte ma stessa precisione delle lunghe della ASG e quindi una cura maggiore nella costruzione.
TECNICA E APPREZZAMENTO Se volete giocare con il fucile a pompa dovete ragionare come un assaltatore armato di tre VSR. Quindi movimenti rapidi, solo se necessari, tiri sicuri, solo se certi di colpire il bersaglio, grand emobilità e braccia forti, e si perchè svuotare in un unica azione di fuoco tutti e 30 pallini (10 ripetizioni) è davvero stancante e svuotare 4 cartucce mi son reso conto che comporta una buon esercizio! Quindi usciamo dall'ottica che si tratti di un fucile da bimbominchia, tutt'altro! Si tratta di un fucile eccezionale ma che necessità di grande abilità e che quindi pochi possono avere il lusso di usare e poi, scusate il francesismo ma c'è da dire che è una goduria abbattere un avversario con il classico TA-TLACK.... BOM!
Conclusioni:
TANAKA
Realismo: 10/10
Materiali: 10/10
Meccanica: 6/10
Affidabilità: 7/10
Utilità: 4/10
Battuta di rito: Meglio un lanciagranate a quel punto.
ASG
Realismo: 8/10
Materiali: 9/10
Meccanica: 9/10
Affidabilità: 9/10
Utilità: 8/10
Battuta di rito: WOW!
MARUI
Realismo: 8/10
Materiali: 9/10
Meccanica: 10/10
Affidabilità: 9/10
Utilità: 9/10
Battuta di rito: La scelta del professionista.
MESSA A PUNTO E' evidente che nel Marui malgrado sia usato non ho dovuto fare assolutamente nulla. Provato e aperto giusto per una pulitina era praticamente perfetto anche se mi prodigherò per una custom a livello di verniciatura. Il fucile della ASG invece come detto poco sopra ha subito qualche interventino. Per prima cosa la molla, malgrado il fucile sia dotato di 2 molle (una di ritenzione e una di fuoco vero e proprio) mi sono limitato a cambiare solo quella principale mettendoci una M90 per asg elettriche raggiungendo così al cronografo i 0.98 di media sui tre pallini anche se c'è da dire che non è facilissimo cronografare una cosa del genere. Un ingrassamento dell'asta di armamento che purtroppo è di plastica anche se impossibile da rompere in quanto scorre dentro una sede molto stretta che non permette giochi di sorta. Testa del pistone dedicata e pistone fisso mi lasciano un pò basito ma non smbra avere perdite, insomma è una specie di pompa di bicicletta ad alta resistenza, quelle che si usavano per le gare di mountain bike per capirsi... Quindi ho verniciato con una vernice Coyote brown a Ral molto alto il calcio e il corpo del fucile avendo cura di mascherare il finto vano di espulsione bossoli, una riattatina alle tacche di mira e voillà lo shotgun è finito.
mercoledì 9 maggio 2012
M60 MK 43
Quello che possiamo definire una pesante soddisfazione, un nome adatto.
M60 nella sua versione SEAL, corta, alleggerita e maneggevole, per quanto una mitragliatrice di quella stazza possa essere maneggevole. Avevo sempre desiderato possedere e provare una MG e alla fine per qualche ragione una per mano mi è capitata, uno scambio un pò negativo per me e alla fine eccomi consegnare per mano la scatola di questo mostro di metallo. La prima impressione è stupefacente. Grossa, robusta, pesante, senza traballamenti di sorta, massiccia, un vero cancello. Tutto il body è in metallo e solo il poggiaspalla e l'impugnatura è in solidissimo ABS opaco e ruvido quanto basta per non perdere il grip, tacche di mira in metallo (a differenza delle prime arrivate in italia che le avevano in plasticaccia) e un comodo caricatore laterale che perde un pò se paragonato a quello della Minimi, sorella minore delle MG di quella classe che con la sua posizione ventrale rivela una comodità di cambio notevole che invero l'M60 ha solo se si rifornisce il serbatoio dallo sportellino sotto il nastro di finte cartucce calibro 7,62 x 51 mm NATO.
Partiamo con le analisi di rito: Meccanica.
Una brava bambina. E' la prima cose che mi è uscita dalla bocca quando l'ho aperta, ben ingrassata, ben pulita, belle boccole, grasso mediocre, olio buono, dall'odore mi ricorda parecchio l'olio della Franchi fratello un pò minore di quello Beretta e sicuramente più economico, potrebbe essere però opera del precedente proprietario. Ma è il meno. Meccanicamente è una bella bestia dotata di sistema di ritenzione del pistone e anche se meno comodamente della minimi offre la possibilità di montare una molla in pochi attimi. Un Buon roof e una discreta capacità di pescaggio ne fanno una buona MG. Una nota di merito la spezziamo sul fatto che possiamo mettere la batteria nel calcio senza troppi problemi allegerendo così notevolmente il caricatore.
Ergonomia
Per quanto non si possa paragonare a fucili d'assalto l'M60 è un bestione di ben 7kg di metallo pesante che tuttavia si rivela più maneggevole del previsto, impugnata ci si rende conto che si tratta di un fucile istintivo, pratico e che a discapito della taglia ci si dimentica presto di quanto sia grosso a favore dell'ergonomia e del bilanciamento che pesa sul braccio impugnante e non su quello di sostengo, cosa che permette l'impugnatura alla "rambo" o alla più classica tattica se si desidera far le cose per bene. Tenerla sollevata in posizione di tiro non è semplice senza un'ampia ottica a punto rosso come potrebbe essere una Elcan, le tacche di mira infatti, troppo alte e scomode per un tiro mirato vengono presto dimenticate per far fronte ad un tiro più rilassato e meno sostenuto. Un'ottica a punto rosso o comunque una Elcan farebbe al caso dell'utilizzatore più irriducibile limitandone così l'esaurimento fisico. Ho provato diversi tipi di posizione, imbracciata, trattenuta per l'apposita maniglia o dal cavalletto (alla tedesca) e per il maniglione e devo ammettere che la maniglia anteriore fa il porco suo lavoro sia per la posizione che per la comodità e ve lo dice uno che non è un erculeo maciste ma una persona del tutto normale. Ad ogni modo un test di fuoco da 40-30-20 e 10 metri mi ha strabiliato per la sua precisione, per la costanza di tiro e per la modesta velocità di fuoco anche se ho utilizzato una batteria un pò fiacca non esiterò a provarne una più violenta appena potrò. Alla fine direi che per quanto riguarda l'ergonomia è notevole e sta bene così alla fine. Vi lascio infine la videorecensione sperando che la troviate interessante.
DOTAZIONE:
MODELLO M60 MK43 SEAL TYPE A&K
VERSIONE III GENERAZIONE
MITRAGLIATRICE INTERAMENTE IN METALLO
GEAR BOX ED INGRANAGGI IN ACCIAIO
HOP UP REGOLABILE
LUNGHEZZA 94cm.
PESO 6,2 kg a vuoto
GITTATA DEL TIRO CIRCA 50-60mt.
MODALITA DI SPARO A RAFFICA PALLINI DA 6mm
DOTATA DI POTENZIOMETRO DEL ROOF
CARICATORE ELETTRICO DA 3500 COLPI ALIMENTATO DALLA STESSA BATTERIA DELLA MITRAGLIATRICE
TACCA DI MIRA POSTERIORE REGOLABILE
BIPIEDE ESTENDIBILE DA 24 A 34cm.
M60 nella sua versione SEAL, corta, alleggerita e maneggevole, per quanto una mitragliatrice di quella stazza possa essere maneggevole. Avevo sempre desiderato possedere e provare una MG e alla fine per qualche ragione una per mano mi è capitata, uno scambio un pò negativo per me e alla fine eccomi consegnare per mano la scatola di questo mostro di metallo. La prima impressione è stupefacente. Grossa, robusta, pesante, senza traballamenti di sorta, massiccia, un vero cancello. Tutto il body è in metallo e solo il poggiaspalla e l'impugnatura è in solidissimo ABS opaco e ruvido quanto basta per non perdere il grip, tacche di mira in metallo (a differenza delle prime arrivate in italia che le avevano in plasticaccia) e un comodo caricatore laterale che perde un pò se paragonato a quello della Minimi, sorella minore delle MG di quella classe che con la sua posizione ventrale rivela una comodità di cambio notevole che invero l'M60 ha solo se si rifornisce il serbatoio dallo sportellino sotto il nastro di finte cartucce calibro 7,62 x 51 mm NATO.
Partiamo con le analisi di rito: Meccanica.
Una brava bambina. E' la prima cose che mi è uscita dalla bocca quando l'ho aperta, ben ingrassata, ben pulita, belle boccole, grasso mediocre, olio buono, dall'odore mi ricorda parecchio l'olio della Franchi fratello un pò minore di quello Beretta e sicuramente più economico, potrebbe essere però opera del precedente proprietario. Ma è il meno. Meccanicamente è una bella bestia dotata di sistema di ritenzione del pistone e anche se meno comodamente della minimi offre la possibilità di montare una molla in pochi attimi. Un Buon roof e una discreta capacità di pescaggio ne fanno una buona MG. Una nota di merito la spezziamo sul fatto che possiamo mettere la batteria nel calcio senza troppi problemi allegerendo così notevolmente il caricatore.
Ergonomia
Per quanto non si possa paragonare a fucili d'assalto l'M60 è un bestione di ben 7kg di metallo pesante che tuttavia si rivela più maneggevole del previsto, impugnata ci si rende conto che si tratta di un fucile istintivo, pratico e che a discapito della taglia ci si dimentica presto di quanto sia grosso a favore dell'ergonomia e del bilanciamento che pesa sul braccio impugnante e non su quello di sostengo, cosa che permette l'impugnatura alla "rambo" o alla più classica tattica se si desidera far le cose per bene. Tenerla sollevata in posizione di tiro non è semplice senza un'ampia ottica a punto rosso come potrebbe essere una Elcan, le tacche di mira infatti, troppo alte e scomode per un tiro mirato vengono presto dimenticate per far fronte ad un tiro più rilassato e meno sostenuto. Un'ottica a punto rosso o comunque una Elcan farebbe al caso dell'utilizzatore più irriducibile limitandone così l'esaurimento fisico. Ho provato diversi tipi di posizione, imbracciata, trattenuta per l'apposita maniglia o dal cavalletto (alla tedesca) e per il maniglione e devo ammettere che la maniglia anteriore fa il porco suo lavoro sia per la posizione che per la comodità e ve lo dice uno che non è un erculeo maciste ma una persona del tutto normale. Ad ogni modo un test di fuoco da 40-30-20 e 10 metri mi ha strabiliato per la sua precisione, per la costanza di tiro e per la modesta velocità di fuoco anche se ho utilizzato una batteria un pò fiacca non esiterò a provarne una più violenta appena potrò. Alla fine direi che per quanto riguarda l'ergonomia è notevole e sta bene così alla fine. Vi lascio infine la videorecensione sperando che la troviate interessante.
DOTAZIONE:
MODELLO M60 MK43 SEAL TYPE A&K
VERSIONE III GENERAZIONE
MITRAGLIATRICE INTERAMENTE IN METALLO
GEAR BOX ED INGRANAGGI IN ACCIAIO
HOP UP REGOLABILE
LUNGHEZZA 94cm.
PESO 6,2 kg a vuoto
GITTATA DEL TIRO CIRCA 50-60mt.
MODALITA DI SPARO A RAFFICA PALLINI DA 6mm
DOTATA DI POTENZIOMETRO DEL ROOF
CARICATORE ELETTRICO DA 3500 COLPI ALIMENTATO DALLA STESSA BATTERIA DELLA MITRAGLIATRICE
TACCA DI MIRA POSTERIORE REGOLABILE
BIPIEDE ESTENDIBILE DA 24 A 34cm.
giovedì 3 maggio 2012
M14 Old Version
Dopo innumerevoli tentativi sono arrivato ad un risultato accettabile per quanto riguarda l'invecchiamento degli equipaggiamenti. Il primo a passarmi tra le mani è stato un M14 Wood&Metal version che a dirla tutta aveva bisogno di un certo Restyle da fare a fondo e con cura. La marca originale era Kart e devo dire con un certo piacere che di Kart forse sono rimasti solo i materiali del fucile e le scocche del Gear Box. Lo avevo preso usato e già in un post di qualche empo fa ne avevo narrato le traversie fino a che non mi è venuta in mente la follia dell'arma vissuta. Quindi eccomi qui: Il primo passo è stato quello di carteggiare interamente il calcio riportando a nudo il legno alla fine nemmeno tanto male come materiale anche se non regge ovviamente il confronto con la D Boys, il miglior legno finora visto per una replica. Una volta carteggiato a dovere ho steso la prima mano di Impregnante scuro e l'ho lasciato asciugare... Il risultato della prima mano fu un pochettino deludente dato che quel materiale sembrava assetato di tintura esaltando le venature del legno e rendendo uniforme ed omogeneo ed orribilmente chiaro il resto... non mi son perso d'animo e ho iniziato a maneggiarlo, ebbene si mentre era ancora fresco (4 ore di posa). A questo punto ho scurito i punti di usura dando un'occhiatina a delle foto d'epoca e restando stupito di come e perchè si sporcasse un fucile del genere. Olio, grasso e cera erano i materiali che ne compromettevano spesso la bella forma pulita e casta ma a me non serviva così. Gli M14 dalle foto di repertorio sembravano proprio non avere una brunitura massiccia nel periodo che andava fino al 1960 mentre dal 60 al 69 potevano addirittura sembrare pitturati! Poco male, un pò di studio e le versioni meno "old" svelavano i loro segreti rivelando dei punti di usura del tutto tipici.
Quindi con un pò di sana buona volontà (La Kart fa delle buone vernici, io sono stato davvero terribile e al primo restauro utilizzai una Ral tanto possente da essere la stessa che si utilizza per i veicoli e le attrezzature militari moderne)Iniziai a marcare i bordi del fucile ottenendo delle buone lumeggiatura ancora distanti però dal rislutato che volevo ottenere e che forse otterrò solamente con una VERA sabbiatura delle parti e l'utilizzo del Brunitore professionale. Ad ogni modo già a questo punto il fucile aveva un bell'aspetto Vintage. Il legno era pronto alla seconda tinteggiatura e prima di darla mi sono curato di "ingrassare" il legno con del lucido da scarpe e del grasso di foca, una mistura disumana lo so ma faceva davvero al caso mio, pulito il tutto gli passo la seconda mano di impregnante e ottengo un bell'aspetto usurato, proprio quello che volevo. Mentre si asciugava tuttavia mi dedico ad altro, torno sul metallo del corpo fucile iniziando a logorare le zone piatte più ampie. La parte più arretrata del bodi, il castello di mira, il coperchio dell'otturatore e la canna iniziano a consumarsi in modo naturale grazie ad una tecnica abbastanza strana spiegatami da un "invecchiatore" di mobili. Insomma lo tratto bene ma con materiali violenti come la carta vetrata, infoderandolo e pulendolo anzichè con panni morbidi con lana di ferro in modo da consumarlo solo dove sfregasse di più e a quel punto l'effetto era davvero notevole e apprezzabile ma ancora insufficiente... Il risultato finale, dopo innumerevoli passate di impregnante e ritocchini è apprezzabile ma non esattamente veritiero. A breve sabbierò il fucile (le parti metalliche) e le brunirò chimicamente (non ad olio) per mantenere un'aspetto usato/metallico. L'idea finale sarebbe quella di replicare un raro esempio di M14 con calcio pieghevole di cui posto la foto.
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